«Ci hanno trattati come delinquenti»
di val.

In barba ai divieti, soprattutto domenica, ma anche il lunedì, Bagolino ha fatto il pieno di gente e di "assembramenti". Bloccate sul nascere le danze di una trentina di balarì "dissidenti"



«Hanno voluto mantenere lo “sporchess” e hanno impedito la parte più bella del Carnevale. Così davvero non va bene. Così non si fa».
E’ lo sfogo amaro di un balarì, uno dei dissidenti fra quelli che ieri mattina hanno provato a ballare fra le piazzette e gli slarghi di Cavrìl.

Una trentina in tutto, sui cento e passa che fanno parte della Compagnia, i rappresentanti della parte “nobile” del Carnevale bagosso che non hanno voluto fare ascolto ai “capi”, i quali invece, “obtorto collo”, avevano accettato l’ordinanza comunale che vietava le manifestazione folkloristiche su tutto il territorio comunale.

«Abbiamo fatto un paio di ballate e subito sono arrivati degli agenti a farci smettere, costringendoci a toglierci la maschera per poter essere identificati – ci ha raccontato il dissidente -. Un altro paio di ballate le abbiamo potute fare in un cortile privato, perché a quanto pare lì era consentito.
Poi siamo saliti poco più su per la contrada e quando abbiamo ricominciato a danzare sono arrivate due auto dei carabinieri, coi militari a disperderci e a dirci che rischiavamo la denuncia penale. Ci hanno trattati come delinquenti».

Gli amministratori e le forze dell’ordine
non avevano scelta e non avrebbero potuto comportarsi diversamente. Sappiamo infatti che con le ordinanze ministeriali, regionali, poi anche della Prefettura, c’è davvero poco margine di discussione.

Ciò che si è visto domenica e poi lunedì a Bagolino, ad ogni modo, è stata una rappresentazione dell’assurdo.
Se le ordinanze che si sono susseguite fin dalla tarda mattinata di domenica avevano lo scopo di evitare assembramenti anti coronavirus, infatti, da queste parti non sono servite ad un bel niente.

Per tutta la giornata di domenica
nelle piazze, ma anche nei vicoli bagossi, si è registrato il tutto esaurito: di ragazzi soprattutto, mescolati a qualche màscher, alcuni dei quali tristemente dediti allo sballo alcolico.

A nulla è valsa l’ordinanza emanata verso mezzogiorno della domenica di divieto per gli estranei di fare ingresso a Bagolino, quando ormai il paese era già pieno di gente.

A nulla è valsa quella successiva che ha previsto la chiusura dei bar alle 18, visto che poi si sono aperte le taverne private e le case.
A poco o niente i posti di blocco istituiti dai Vigili agli ingressi del paese per evitare che a Bagolino arrivassero altre persone.

Orde di ragazzi e di ragazzini, infatti, hanno continuato ad imperversare fino a notte fonda e a nessuno di loro, a quanto pare, è mancato l’alcol necessario ad esagerare con la baldoria.
Così anche nella giornata di ieri, con le vie affollate come se le ordinanze non fossero mai state emanate.

Insomma: l’unico assembramento che le forze dell’ordine sarebbero riuscite ad evitare con successo, sono state le esibizioni dei sonadùr e le danze dei balarì.

Nemmeno la guerra
era riuscita ad interrompere il Carnevale bagosso, che ha più di 500 anni. C’è riuscita la paura del coronavirus.

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Rettifica:
Abbiamo scritto che a bloccare le danze dei balarì "dissidenti" ad un certo punto era stata la polizia Provinciale.
Si tratta di un'informazione errata: ci assicurano dal comando della Provinciale, infatti, che al lunedì fra la mattina e il mezzogiorno nessuno di loro era in sevizio a Bagolino.
Ce ne scusiamo con i diretti interessati e coi lettori.
Ubaldo Vallini


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