Odolo, paese piatto e apatico?
di Redazione

Se lo chiede il gruppo della minoranza consiliare di Obiettivo Odolo, che con una riflessione intende sollecitare la maggioranza e la popolazione



La fine di ogni anno e l’inizio di uno nuovo, generalmente, sono tempo di bilanci, tempo di riflessioni.

Si cerca di capire se l’anno appena trascorso sia stato positivo oppure no. Chi si occupa di politica, assumendo cariche istituzionali, anche nelle fila della “minoranza”, deve sentire il dovere di riflettere su quello che si è fatto, su quello che si poteva fare, su quello che si dovrà fare nei prossimi dodici mesi.

E così anche noi abbiamo sentito la necessità di tracciare un resoconto del 2019, anzi di questi due anni e mezzo, del nostro operato da Consiglieri Comunali a metà del nostro mandato elettorale come Consiglieri di minoranza.

Possiamo affermare con grande serenità, di esserci approcciati al nostro compito consiliare con serietà ed impegno, cercando tutte le volte di dare un contributo, laddove abbiamo una certa competenza, nell’interesse del nostro paese.
E se ci fosse concesso potremmo fare anche di più e non ci sottrarremmo all’impegno.

Da Consiglieri di opposizione abbiamo continuato ad agire con coerenza, senza demonizzare gli avversari, cercando di essere propositivi e concreti, mirando a costruire anziché a distruggere, naturalmente senza disdegnare la critica politica quale strumento necessario a scongiurare scelte a nostro parere inutili, sbagliate o dannose Convinti che il Consiglio Comunale sia un luogo di confronto e, a volte, anche di scontro, abbiamo esternato le differenti posizioni nel rispetto delle persone e delle cariche istituzionali ricoperte.

Siamo convinti (forse da idealisti) che l’amministrazione di un piccolo centro abbia bisogno, pur nel rispetto delle proprie differenze, di unirsi e condividere gli sforzi in difesa del proprio paese e del suo immediato futuro.
Maggioranza e opposizione secondo noi non dovrebbero esistere o quantomeno dovrebbero imparare, quando occorre, a stare dalla stessa parte e insieme cercare la soluzione ai problemi che affliggono la nostra comunità.

Per questo, a nuovo anno da poco iniziato, vorremmo fare partecipe la cittadinanza delle nostre preoccupazioni. Non siamo “dormienti” o rassegnati o sottomessi, la nostra personale visione delle cose è chiara e definita, ma non ascoltata.

Come Gruppo di minoranza ci sembra quindi doveroso proporre pubblicamente le nostre riflessioni sull’attuale situazione del nostro paese e sulle scelte finora effettuate o in procinto di realizzazione, anche per condividere eventuali opinioni e commenti. Sembra che in paese vada sempre tutto bene, ma ci sono delle cose che, secondo noi, richiedono qualche considerazione in più.

La percezione avuta in conversazioni con alcuni residenti e con persone tornate in paese dopo un periodo di assenza è che Odolo sembra stia diventando un paese piatto, apatico, con scarse iniziative (se non di pochi), poco aggregante e scarsamente orientato a stimolare in modo preponderante attività culturali, sociali, di promozione e di crescita. Abbiamo proposto e ci siamo attivati cercando contatti e definendo progetti per cercare di favorire l’inserimento di una figura di Educatore Professionale per promuovere una serie di interventi rivolti soprattutto ai pre-adolescenti, agli adolescenti e ai giovani.
Naturalmente non è stata ritenuta meritevole di investimento.

Siamo però convinti che solo coalizzandosi con i comuni limitrofi i piccoli centri come il nostro riusciranno a migliorare i servizi.

Spesso abbiamo insistito sul fatto che la scuola infanzia del paese debba essere rilanciata, non solo economicamente, ma con iniziative che la rendano competitiva e appetibile: avere le tre scuole per l’istruzione del primo ciclo sul territorio crea anche opportunità all’insediamento di nuovi nuclei familiari.

A tale scopo la scuola Infanzia dovrebbe essere il luogo in cui vengono favorite le relazioni tra bambini, tra adulti (le insegnanti, la direttrice, altri papà e mamme) che faranno da base allo scambio culturale del futuro, la scuola è specchio della società e deve inevitabilmente trasformarsi, per adattarsi alla modernità e all’evoluzione culturale in atto.

In una società multiculturale, in cui la composizione generazionale è connotata da un forte incremento della popolazione anziana viene chiamata la biblioteca a svolgere un nuovo ruolo, non più meramente statico, non più solo luogo di studio, ma luogo di formazione e informazione, motore primo dell’inclusione e facilitatore dell’incontro intergenerazionale e interculturale.

Diventa quindi necessaria una strategia che sia frutto di un’azione sinergica tra le politiche sociali e culturali e che abbia il coraggio di investire su un’istituzione che molto può offrire al proprio territorio e alla costruzione di una collettività più unita e coesa.

Più volte abbiamo sostenuto che il Museo dovrebbe essere bene comune aperto a tutti e in continua evoluzione, capace di stimolare la partecipazione e il senso di appartenenza. Il nostro “piccolo museo” deve essere “porta di ingresso ad un territorio e alla sua storia”, narratore di luoghi, così da essere in grado di offrire esperienze originali; come è unica e ogni volta diversa, l’esperienza di immergersi nella cultura di un luogo. Certo serve la formazione ma soprattutto che sia aperto più spesso …

Riteniamo che l’attenzione all’ambiente non debba essere considerata “idea di moda” o “freno all’attività imprenditoriale”, ma oggi più che mai un’opportunità per rendere il paese più “attrattivo” recuperando anche quanto di artistico ci può essere (un esempio gli affreschi sulle facciate).

Odolo sembra trascurato sporco, anche per carenza di personale, nei centri storici si vedono edifici lasciati in totale stato di abbandono e deperimento da anni e segnati da atti vandalici.

Passeggiando per le vie del paese si trovano altri segni di abbandono e incuria … erbacce, cartacce, e se sollecitassimo i residenti al senso civico se non ci sono fondi per intervenire con l’assunzione di personale?

Le associazioni di volontariato meriterebbero un occhio di riguardo perché svolgono una funzione sociale ed educativa non indifferente in un’epoca in cui i valori vanno via via svanendo… e i fondi pubblici non bastano a fronteggiare situazioni sempre più complesse. Se lavorassero in sinergia e coordinate potrebbero capire perché le nuove generazioni faticano ad essere coinvolte nelle loro fila.

Sostenere i gruppi sportivi non significa prevedere o coprire spese di investimento che vanno, quasi nella loro totalità, per finanziare opere di intervento necessarie su progetto palestra, ma essere più lungimiranti ascoltando i bisogni delle società del territorio e dalle stesse trovare spunti per un’adeguata gestione degli impianti sportivi.

La chiusura di esercizi commerciali, del cinema e avere un oratorio poco funzionante fanno perdere identità al paese, che diventa paese dormitorio senza intrecci di relazioni sociali.

Ogni bottega che chiude, ogni edificio comunitario che non viene utilizzato al meglio sono una perdita di competenze, di conoscenze, di valore economico e sociale, di un pezzo del tessuto di un paese un danno per la qualità della vita dei residenti. Si perde il senso della “micro-comunità” che formava le nuove generazioni, ma gli Amministratori dove si collocano?

La società odolese è cambiata e sta ancora cambiando (siamo un’area soggetta a processo migratorio) e quelle che vengono definite “criticità sociali” (vedasi dati ISTAT 2018) ci toccano da vicino.

Entrare in “vulnerabilità sociale e materiale” significa vivere in una condizione di incertezza, suscettibile di trasformarsi in vero e proprio disagio economico e sociale e nemmeno Odolo ne è immune.

Allora che facciamo? Giriamo la testa aspettando che tutto migliori o che passi o ci diciamo che anche gli altri paesi sono così oppure ci convinciamo che si deve fare qualcosa in più .

Per uscire da questa “staticità” serve quella che si definisce una cittadinanza attiva. Se ogni abitante di Odolo offrisse il proprio contributo sarebbe possibile raggiungere qualsiasi risultato.

La politica ha bisogno di impulsi, ha bisogno di nuove idee, ha bisogno di nuove soluzioni. Chi fa politica deve saper cogliere le istanze che provengono dalla gente, deve saper ascoltare la voce dei cittadini, deve essere capace di ridurre le distanze che purtroppo ci sono tra chi amministra e chi è amministrato.

La speranza è che il nuovo anno
restituisca fiducia ad ogni cittadino, che ogni cittadino si senta partecipe delle scelte amministrative e che si riavvicini alla politica.

Riteniamo che i punti sopra elencati costituiscano parte degli aspetti più importanti da affrontare e discutere in un contesto democratico e trasparente e costruttivo. Il nostro ruolo vuole essere di pungolo (siamo minoranza) ma anche propositivo e condiviso quando le scelte da fare sono per il benessere e lo sviluppo di Odolo e dei suoi abitanti.

Il gruppo di minoranza
Obiettivo Odolo
zLettere.jpg