Il vampirismo
di Armando Talas

Fin dall’infanzia sono stato un appassionato di vampiri. Credo che questa mia strana passione sia dovuta a una collana di libri per ragazzi, “Vampiretto”, che mi appassionò moltissimo e, probabilmente, contribuì a farmi diventare un accanito lettore


Racconti di esseri soprannaturali che si nutrono di sangue sono presenti in molte culture, ma la nostra idea di vampiro deriva soprattutto da un celeberrimo romanzo epistolare, Dracula, scritto nel 1897 da Bram Stoker.

L’autore attinse da alcune leggende popolari, particolarmente diffuse nell’Europa dell’est a partire dal Diciottesimo secolo.

Uno dei primi casi di vampirismo ufficialmente verbalizzati fu quello del contadino serbo Peter Plogojowitz. Costui spirò all’età di 62 anni, nel 1725, ma alla sua morte seguirono alcuni fatti misteriosi. Nell'arco di otto giorni perirono nove persone, che prima di morire dichiararono di essere state afferrate alla gola da Plogojowitz durante la notte. Inoltre, sua moglie disse che era venuto a trovarla per chiederle un paio di calzature…

Gli abitanti del villaggio, terrorizzati, decisero allora di esumare il corpo. Il Vicario Imperiale Frombald, ufficiale dell’amministrazione austriaca, si stupì di riscontrare i segni che la gente del posto attribuiva al vampirismo: il cadavere non era decomposto, capelli e barba si erano allungati ed erano cresciute nuove unghie (quelle vecchie erano cadute).

Frombald annotò inoltre che dalla bocca usciva sangue fresco, e questo particolare fece nascere nei compaesani la convinzione che avesse bevuto il sangue delle sue vittime.

Gli fu conficcato un paletto nel cuore e poi il cadavere fu dato alle fiamme.
Nonostante molti studiosi dell’epoca attribuissero eventi come questo a sepolture premature e malattie, le fonti storiche documentano il diffondersi di una vera e propria isteria di massa: si verificarono numerose presunte epidemie di vampirismo, soprattutto nei villaggi rurali, dove i cadaveri venivano disseppelliti e trafitti con paletti di legno.

La controversia sull’esistenza dei vampiri
terminò solo quando l'Imperatrice Maria Teresa d’Austria mandò il suo medico personale, Gerard van Swieten (1700-1772), a investigare sul vampirismo.

Egli concluse che i vampiri non esistono e l’Imperatrice fece approvare una legge che proibiva la profanazione delle tombe.
Dalle cronache di quei tempi remoti, dominati dalla superstizione, nasce il genere vampiresco, che ha visto un’impressionante produzione di libri, fumetti, film, serie tv, videogiochi… ma perché tanto successo?

Il vampiro, pur non appartenendo più al mondo dei vivi, per certi versi sconfigge la morte, ottiene l’eternità. La sua è un’esistenza maledetta, feroce e notturna, ma quando ero più giovane e nottambulo questo non mi pareva un gran problema.

Inoltre, ha una forza e poteri sovrumani, che gli permettono di dominare i viventi.
In sintesi, il vampiro incarna alcuni dei più profondi desideri umani.


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