La lotta al maxi «deturpatore» non si ferma
di Federica Ciampone

Una protesta pacifica ma incisiva quella indetta ieri dalle associazioni ambientaliste per contrastare il progetto dei due depuratori del Garda a Gavardo e Montichiari. In corteo tra canti e slogan più di mille cittadini


Circa 1500 persone hanno voluto far sentire la propria voce partecipando alla manifestazione indetta ieri dal Comitato Gaia con il Tavolo Basta Veleni e il Tavolo delle associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro.

Obiettivo quello di dire ancora una volta un sonoro "no" al progetto di costruire due impianti, uno a Gavardo e uno a Montichiari, per depurare le fogne dei comuni del Garda, scaricando poi le acque nel fiume Chiese.

Nel primo pomeriggio in un tripudio di striscioni e slogan colorati i due cortei, uno partito da Gavardo e l’altro da Prevalle, sono confluiti nell’area adiacente alla Gavardina in cui Acque Bresciane vorrebbe costruire il depuratore.

Alla manifestazione hanno partecipato
numerose associazioni ambientaliste della provincia, diversi comitati del territorio e, in rappresentanza delle amministrazioni comunali e dei cittadini, 13 sindaci sui 30 dei comuni coinvolti.

“Abbiamo a cuore sia il fiume Chiese che il lago di Garda – ha commentato il sindaco di Prevalle Damiano Giustacchini – e riteniamo che il progetto sia folle, calato dall’alto e certamente il peggiore possibile dal punto di vista paesaggistico – parliamo di un fiume già malato e a carattere torrentizio - ed economico, dal momento che pompare i reflui dal lago di Garda ai Tormini e poi a Gavardo comporterà costi ingenti che graveranno sulle bollette. Non arretreremo di un centimetro: la possibilità di una revisione del progetto si fa sempre più concreta”.

Della stessa idea anche Filippo Grumi del Comitato Gaia, che ringraziando i sindaci dell’asta del Chiese per la loro presenza e il loro sostegno alla causa ha ribadito: “Continuiamo a lottare insieme, noi saremo con voi ogni volta che lo chiederete”.

A fargli eco Stefania Baiguera di Basta Veleni: “La nostra è un’opposizione seria e pacata, che non esiterà a diventare più incisiva se necessario. Con questa grande presenza oggi dimostriamo ancora una volta che questo progetto non lo vogliamo”. Gianluca Bordiga, portavoce del Tavolo delle associazioni, ha parlato del fiume Chiese come di un corso che non si può arrestare e che deve rimanere patrimonio di tutti.

Il sindaco di Montichiari Marco Togni ha espresso la sua contrarietà ad un progetto di depurazione imposto dall’alto, senza la possibilità di discuterne, la stessa considerazione subito dopo espressa dal primo cittadino gavardese Davide Comaglio: “Dopo un anno e mezzo è evidente che la coscienza che si tratti di un’opera assurda ce l’abbiamo tutti. Le alternative ci sono: chiederemo un incontro con il Prefetto, da sempre attento ai temi ambientali, per discutere di quella che si configurerebbe come un’opera edilizia irrispettosa del territorio e dei suoi abitanti”.

A conclusione della pacifica protesta la simbolica posa della “prima pietra” del maxi depuratore del Garda: un wc e tanti rotoli di carta igienica.

Nelle foto:
- Alcuni striscioni esposti durante la manifestazione nell'area in cui sorgerebbe il depuratore
- La partenza del secondo corteo da Prevalle
- I sindaci dell'asta del Chiese
- La posa della "prima pietra" del maxi depuratore del Garda


Foto Gallery
200113-depuratore2.JPG 200113-depuratore2.JPG 200113-depuratore2.JPG 200113-depuratore2.JPG