Frazioni isolate
di val.

Ad Alone di Casto, dove i lavori per la riapertura della strada si porteranno via alcune settimane, si è aggiunto da lunedì mattina, come abbiamo scritto ieri, l'isolamento di Presegno. Oggi a Lavenone un sopralluogo per prendere decisioni



Sarà un sopralluogo atteso per questa mattina da parte di un geologo della Regione a dare il responso sulla riapertura o meno in tempi brevi della Comunale che da Lavenone sale a Presegno.
Sulla striscia d’asfalto che in quel punto scorre fra un dirupo ed il torrente Abbioccolo, infatti, a causa del maltempo che negli ultimi giorni ha lasciato poca tregua ai versanti, nella notte fra domenica e lunedì la montagna ha vomitato alcuni metri cubi di pietre.

L’allarme è stato dato presto al mattino e sul posto, all’altezza della prima delle due centrali idroelettriche presenti in zona, per verificare la situazione di pericolo, si sono recati col sindaco gli uomini della Protezione civile di Lavenone.

Il più grosso dei massi, di circa un metro cubo, dopo aver attraversato la strada ha sfondato il guard-rail ed è finito nel torrente.
Con le prime luci del giorno, l’Amministrazione ha fatto intervenire un tecnico per una prima valutazione, che però non ha fugato alcuni dubbi.
Per decidere come intervenire sarà dunque necessario un ulteriore pronunciamento.

Per tutta la giornata di ieri e fino a questa mattina,
quindi, gli abitanti delle frazioni Presegno e Bisenzio, oltre a quelli che abitano nella Valle di Vaiale, una ventina di persone in tutto, sono isolati dal fondovalle.
Per raggiugerlo hanno come alternativa la strada di montagna che sale fino al monte Zovo per poi scendere da Ono Degno di Pertica Bassa fino a Vestone.

Se il sopralluogo previsto per oggi accerterà che
sono sufficienti un’azione di disgaggio e lo sgombero dei materiali, la strada potrebbe riaprire in giornata.

L’altra frazione valsabbina ancora ostaggio di uno smottamento è Alone di Casto, dove vivono un centinaio di persone e dove sull’unica strada d’accesso sono precipitate quasi 300 tonnellate di lignite.

Lo sgombero del materiale non è stato sufficiente per dichiarare il cessato pericolo e ci vorranno alcune settimane di lavoro per spostare la sede stradale bypassando così l’ostacolo.
Intanto gli abitanti, per raggiungere le loro case, lo possono fare solo a piedi percorrendo sentieri per alcune centinaia di metri.

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