Magasa e Valvestino, si vota il 21 settembre
Il Consiglio dei ministri riunitosi ieri mattina ha approvato l’indizione, per il 21 settembre prossimo, dei referendum per il distacco dalla Regione Lombardia di Valvestino e Magasa, da aggregare alla Regione Trentino Alto Adige.

Il Consiglio dei ministri riunitosi ieri mattina ha approvato l’indizione, per il 21 settembre prossimo, dei referendum per il distacco dalla Regione Lombardia dei comuni altogardesani di Valvestino e Magasa e loro aggregazione alla Regione Trentino Alto Adige.
In seguito alla deliberazione del Consiglio dei ministri, il referendum sarà indetto con decreto del Presidente della Repubblica.
È stata quindi confermata la data proposta nelle scorse settimane dalla Corte di Cassazione, presso la quale, così come previsto dalla complessa normativa in materia, era stata depositata da parte dei due comuni montani dell’Alto Garda bresciano la domanda di indizione della consultazione popolare.

Il prossimo 21 settembre, dunque, i cittadini di Valvestino e Magasa - 250 abitanti il primo, 150 il secondo - saranno chiamati alle urne per ribadire la diffusa volontà di annessione al Trentino, peraltro già emersa in modo chiaro con la massiccia adesione che aveva suscitato la petizione popolare promossa dai due comitati comunali per indire il referendum, coordinati da Davide Pace per Valvestino e Tommy Bettanini per Magasa.
Se dal voto popolare emergerà la volontà di abbandonare Brescia per tornare sotto Trento, dovrà essere avviato un iter burocratico piuttosto complesso che culminerà con la presentazione al Parlamento, da parte del ministro dell’Interno, di uno specifico disegno di legge.

Ma il procedimento sarà infinitamente più articolato (si dovranno ad esempio sentire le due Regioni interessate per un parere di competenza).
Nella più interna e selvaggia delle valli altogardesane, terra di disagi che subisce da anni un preoccupante fenomeno di restringimento della popolazione, sono in ogni caso ben determinati a porre rimedio al sopruso subito nel 1934, a seguito del Decreto fascista che impose l’aggregazione della valle alla Provincia di Brescia contro la volontà della popolazione, e soprattutto hanno ben presenti le possibilità di sviluppo economico ed i vantaggi che la Regione Trentino, e in particolare la Provincia autonoma di Trento, potrebbe offrire alla valle, magari cominciando dall’invocata realizzazione della galleria tra la Valvestino e le Giudicarie (la cui realizzazione è tra l’altro prevista nel quinquennale delle opere pubbliche della Provincia di Trento).

I rappresentanti dei due comitati comunali sono convinti che «il passaggio ad una amministrazione provinciale e regionale certamente più esperta nell’affrontare i problemi e nel far fronte ai disagi delle zone di montagna, consentirebbe una più intensa rivalutazione e rivitalizzazione delle pur ricche risorse naturalistico-ambientali e umane di questi paesi, altrimenti destinati ad una rapida ed ineluttabile estinzione».

Simone Bottura dal Giornale di Brescia
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