Yoga, movimento e inclusione. Il lavoro di Marco e Vanessa
di red.

Marco Ferrari dell’associazione Garda Yoga e Vanessa Gabusi raccontano del percorso che li vede collaborare con creatività nel raggiungimento di obiettivi importanti


Quando l’inclusione passa attraverso una disciplina come lo Yoga e si serve del movimento e della postura, i risultati possono essere davvero incoraggianti e il lavoro molto stimolante. È quanto ci ha raccontato Marco Ferrari dell’associazione sportiva Garda Yoga di Roè Volciano, che sta accompagnando Vanessa Gabusi in un percorso volto a “sbloccare” alcuni automatismi derivanti dalla sua patologia.

“Ho incontrato Vanessa in una serata di fine estate dedicata all’inclusione” racconta Marco. “La vedo, mi presento, le stringo la mano e subito la sua proposta: “Voglio venire a fare Yoga da te! Si può fare?”. La mia risposta, “di pancia”: “Certo!”

È iniziata così.


Nel primo dei dieci incontri abbiamo definito come obiettivi il respiro e la deambulazione e come strumenti lo Yoga, la ginnastica posturale e l’allenamento miofasciale.

È stato un lavoro a otto mani: le nostre, quelle di Nicole - la fisioterapista che la segue - e di Catia, l’assistente ad personam che la accompagna e che si è prestata a darci una mano.

Lavorare con Vanessa è stimolante, mai noioso e mi mette nella costante situazione di dover sperimentare, adattare, inventare, in quanto ciò che per me è scontato non lo è per lei.

L’espiro diventa un “calcio di Van Damme nell’addome (sì, Vanessa adora Van Damme… ), per mantenere la postura in appiombo abbiamo coinvolto Catia perché le mie mani non bastavano e ho adattato la stimolazione fasciale in base alla sua disabilità.

“Ho una disabilità importante dovuta a una paralisi celebrale infantile – racconta Vanessa - con problemi di postura, deambulazione e coordinazione: per la medicina non sono messa benissimo… Uno dei limiti più grossi è quello di non respirare correttamente nel momento in cui devo compiere un’azione che comporta la massima attenzione.

Marco mi sta conducendo in un mondo totalmente diverso dallo Yoga che avevo sperimentato in passato: prendo coscienza e lavoro sui miei punti deboli per sbloccare gli automatismi che per anni la patologia ha determinato.

Avere accanto Marco che mi guida nel prendere coscienza del mio respiro è un grosso aiuto.  C’è ancora molto lavoro da fare e tante cose che dobbiamo imparare reciprocamente, ma sono certa che la nostra collaborazione porterà grandi frutti: abbiamo entrambi una mente creativa e condividiamo l’idea che avere dei limiti debba essere una motivazione in più per trovare delle varianti alle soluzioni “canoniche”: questo è un punto a nostro favore.

Ringrazio Marco, Nicole e Catia che con la loro presenza e il loro aiuto mi stanno offrendo un’altra occasione per migliorare il mio stile di vita e la possibilità di raccontare una nuova esperienza”.

191103-Vanessa1.jpeg 191103-Vanessa1.jpeg 191103-Vanessa1.jpeg