Lavori e sentenza non smontano il «caso Prevalle»
di red.

Assolti in primo grado i vertici Anas per la morte di Sara Comaglio, ma il problema sicurezza rimane. E c'è un nuovo esposto



Solo un mese dopo la sentenza di primo grado che ha assolto i vertici Anas per la morte di Sara Comaglio, avvenuta il 22 maggio del 2012, e nonostante i lavori di messa in sicurezza, la 45Bis è tornata pericolosamente ad allagarsi.
E' successo la scorsa estate ai primi di agosto, come abbiamo documentato.

Il caso resta dunque aperto sul fronte sicurezza visto che le auto, nonostante un semaforo rosso, hanno continuato a percorrerlo entrando di fatto in una galleria trasformata in piscina.

Per questo la madre di Sara Comaglio
ha presentato un nuovo esposto in Procura per sottolineare quanto accaduto dopo la sentenza di primo grado sulla morte della figlia.

Il procuratore Carlo Nocerino, pur non ravvisando fatti penalmente rilevanti, ha trasmesso l’intero fascicolo alla Prefettura per affrontare, si spera in via definitiva, la questione sicurezza lungo il tratto di strada incriminato.

Il prefetto Visconti ha segnalato alle autorità competenti quelle criticità del tunnel di Prevalle, che c’erano nel 2012 la notte dell’incidente e continuano ad esserci oggi.

E ci si chiede
: i lavori effettuati dopo la morte di Sara, con pompe, serbatoi e l’installazione di una nuova segnalazione, sono sufficiente per evitare nuove stragi?
Probabilmente no.


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