Orazio in visita alla Valle Sabbia
di red.

Si, proprio lui, il grande poeta latino, che ci regala i suoi versi tradotti... in dialetto valsabbino. Per saperne di più l'appuntamento è per questo mercoledì sera, alle 20:30, in biblioteca a Vobarno



«Com’è possibile – si chiederanno i lettori di Vallesabbianews – che un antico poeta della Roma imperiale visiti la nostra valle?».
La colpa – o, se si vuole, il merito – è di due vecchi professori, Roberto Ballerini e Fabrizio Galvagni, che, giunti alla fine della loro carriera di insegnanti, liberi dai percorsi obbligati della pratica scolastica, hanno riscoperto in Orazio un testimone del nostro tempo (sì, proprio di questo inizio di terzo millennio!), l’attore e il creatore originale, più che mai attuale, di modelli esistenziali non estranei alla sensibilità del tempo nostro.

E hanno provato a riproporlo nella “barbara” lingua della brescianità, ovvero in dialetto.


Sgomberando il campo dai luoghi comuni che cercano nel dialetto solo la battuta sboccata e la risata grassa, gli autori hanno trattato il bresciano alla stregua di una lingua antica, accostandolo, senza soggezione né sensi di inferiorità, al latino dell’età classica; anzi al latino del poeta Orazio, il più classico tra i classici.

Mercoledì 16 ottobre alle ore 20.30, presso la Biblioteca di Vobarno, con il patrocinio del Comune, i due autori renderanno pubblici i risultati del loro lavoro, presentando il volume Ibam forte Valle Sabia… ovvero “Passeggiavo per la Valle Sabbia…” (o qualcosa del genere).
Il libro, 116 pagine, pubblicato dalle Edizioni Valle Sabbia, propone una scelta antologica di ventisei odi oraziane rappresentative della ben più vasta opera del poeta augusteo, rigorosamente tradotte dal latino al dialetto.

Chi non fosse un esperto del settore, in apertura del volume potrà comunque avvalersi di un’ampia introduzione e una scheda sull’autore.
In appendice il lettore troverà invece la traduzione italiana e un agile apparato di note esplicative.

Ibam forte Valle Sabia porta con sé anche un altro elemento di novità, poichè inaugura la nuova collana pensata dalla Compagnia delle Pive, “Fuori sacco”, titolatura volutamente aperta e imprevedibile per una collana che intende avventurarsi su territori nuovi rispetto a quelli dei Quaderni, un sentiero tra lo spirto della terra e le sorprese della creatività.

Per dirla alla latina, Ad maiora!
 
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