«Milkrun», in Usa l'industria 4.0 parla bresciano
di Redazione

Il progetto e il brevetto di un innovativo sistema di guida per siviere in fonderia, realizzato dall’informatico prevallese Paolo Catterina e dal giovane ingegnere Antonio De Salvo, ha riscosso grande successo anche a Cleveland, negli Stati Uniti



“Milkrun”, il nome deriva da un concetto noto alla matematica applicata e si riferisce al problema di rifornimento e distribuzione di prodotti ad una rete di clienti (la distribuzione del latte, appunto, che doveva preoccuparsi di rifornire solo chi ne aveva effettivamente bisogno e con il minimo dei percorsi possibili).

E’ anche il nome adottato per un progetto che è stato realizzato in Italia presso una fonderia del gruppo Bosch per automatizzare in modo innovativo il rifornimento dei forni di attesa delle macchine da pressofusione.

A contribuire allo sviluppo dell’algoritmo che costituisce il nucleo di un complesso sistema di automazione del processo industriale anche Paolo Catterina, prevallese e informatico specialista di integrazioni nell’ambito di progetti “Industria 4.0” per la fonderia d’alluminio, settore industriale in cui il know-how bresciano è leader a livello mondiale.

Proprio nei giorni scorsi, nell’ambito della rassegna NADCA Congress & Tabletop tenutasi a Cleveland negli Stati Uniti, il più importante consesso tecnologico della fonderia nordamericana, il progetto è stato presentato dagli autori, Paolo Catterina e Antonio De Salvo, giovane ingegnere di EDIM, fonderia milanese del gruppo Bosch sorta dalle ceneri della Fonderia Albertini, uno dei più rinomati centri di pressofusione del Nord Italia.

Il sistema Milkrun, partito oltre un anno fa, ha come obiettivo di ridurre i percorsi dei carrelli porta siviera che trasportano alluminio fuso dai forni fusori ai forni di attesa delle macchine. Il movimento di questi carrelli è da sempre un elemento particolarmente critico negli impianti, ma l’obiettivo del progetto è anche quello di assicurare che il livello di rifornimento nei forni garantisca quantità ottimali per la qualità del processo.

Rendere più sicuri gli impianti ed avere forni che assicurano quantità e densità del metallo fuso ottimali per il processo, questa la sfida vinta con un complesso sistema di sensoristica applicata a tutti i forni ed una altrettanto complessa rete di comunicazioni (rigorosamente wireless) tra le unità produttive ed un sistema centrale di elaborazione dei dati.

Ciliegina finale, un tablet montato sui carrelli ed un grande monitor ad illustrare la sequenza che il complesso algoritmo elabora a beneficio degli operatori indicando quanti, quali forni e con quale lega devono essere riforniti.

Nel modo giusto (ad evitare errori umani), al momento giusto, e solo quando la quantità da distribuire può riempire una intera siviera, così da evitare viaggi inefficienti o rifornimenti superflui. Con un considerevole beneficio sotto il profilo della sicurezza che riduce sensibilmente i movimenti del metallo fuso trasportato.

Il progetto, presentato al Congresso di Cleveland, ha riscosso un grande interesse sia nel “technical board”, il direttivo tecnico dell’associazione dei pressofonditori nordamericani, sia in diverse grandi realtà produttive del settore: Mercury Marine, RCM e Pace Industries, così come le giapponesi Ahresty e Ryobi, gruppi con impianti in tutto il mondo.

Il sistema presentato è in fase di brevettazione da parte di EDIM e di Bosch ed è stato avviato dall’ing. Fabrizio Sanna, amministratore dell’azienda, che ne ha curato lo sviluppo con Catterina e De Salvo per due diversi siti industriali, a Villasanta (Monza) e Quero (Belluno) su un totale di oltre trenta presse tra 500 e 2700 tonnellate e ben sette forni fusori.

Paolo Catterina, laureato all’Università di Milano e sviluppatore free lance di sistemi per la pressofusione da oltre 25 anni, e Antonio De Salvo, ingegnere dal Politecnico di Torino e master al Politecnico di Milano, sono adesso impegnati nello sviluppo ulteriore del sistema che dovrebbe evolvere in AGV (Veicoli a Guida Automatica) senza richiedere la guida di operatori umani ed operare su percorsi protetti.

Alla rassegna statunitense di Cleveland hanno preso parte anche altri operatori bresciani del settore (Idra Presse, Italpresse, Colosio Presse, IECI, SAPP) a conferma di un settore che da sempre vede Brescia protagonista. Del resto, EDIM Spa, unica fonderia del gruppo Bosch, ha nel suo staff tecnico un nutrito numero di specialisti bresciani.

Dall’Ohio una conferma ulteriore della grande vitalità tecnica e della capacità innovativa che Brescia esprime nel processo delle fonderie di alluminio.

Nelle foto:
- Paolo Catterina e Antonio De Salvo a Cleveland
- Carrello portasiviera con tablet per guida del percorso

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