Economia circolare a km zero
di val.

Economia circolare a chilometro zero in Valle Sabbia, dove scuole, Sae Vallesabbia, Raffmetal e Valsir, uniscono le forze con l’obiettivo di porre l’attenzione sul tema delicato della raccolta differenziata e del corretto smaltimento dei rifiuti


Si tratta di un progetto pilota che ha l’ambizione di condurre le nuove generazioni, in questo caso rappresentate dagli ottomila studenti di ogni ordine e grado che frequentano le 80 scuole valsabbine, ad essere consapevoli (loro e poi anche i loro genitori) del fatto che trasformare uno scarto in qualche cosa che vale non solo è possibile, ma farlo conviene.

«Col tempo in azienda abbiamo imparato che questa attenzione nei confronti di ciò solo in apparenza non è più utilizzabile, ci restituisce non solo un ambiente migliore, ma anche concreti risultati economici» ha affermato infatti Franco Franzoni, da decenni dirigente operativo in Raffmetal.

L’accordo è stato siglato nei locali della Comunità montana di Valle Sabbia nei giorni scorsi alla presenza del presidente Giovanmaria Flocchini, del direttore di Sae Valter Paoli e con il coordinatore delle partecipate comunitarie Marco Baccaglioni.

Le due aziende del gruppo Silmar erano rappresentate, oltre che da Franzoni, anche da Federica e Samuela Niboli.

La sperimentazione funzionerà così: Sae metterà a disposizione di tutte le scuole dei contenitori per le lattine d’alluminio e per i tappi di plastica.
Materiali che verranno poi recuperati: la plastica da Valsir, azienda leader nel settore termosanitario, le lattine da Raffmetal che è il maggior produttore europeo di leghe di alluminio ottenute da riciclo.

Bambini, ragazzini e studenti, vedranno poi il loro impegno concretizzarsi e “monetizzarsi” in strumenti didattici.
Il progetto ovviamente è più complesso e prevede momenti di confronto e visite in azienda.

«La sfida col recupero degli scarti è vincente se ognuno di noi fa la sua parte – ha affermato il presidente comunitario Giovanmaria Flocchini -.  Riciclare significa eliminare la necessità di approvvigionamento e sfruttamento delle materie prime.
Questo permette di ottenere riduzioni delle emissioni di gas ad effetto serra del 92,5% rispetto alla produzione di alluminio primario e risparmi energetici del 93% rispetto alla produzione di plastica vergine. A
ffinché l’economia circolare possa radicarsi è necessario diffondere conoscenze e competenze, e soprattutto fare sistema, in questo caso fra aziende, istituzioni, scuola, genitori e studenti».


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