Due uscite «tecniche» per i ragazzi del Cai di Vestone
di Raffaele Vezzola

Per il gruppo Base la Stretta della Luina al Parco delle fucine di Casto, per i più grandi canyoning al Büs da Mort alla gola del Palvico a Storo


Alla Stretta della Luina al Parco delle fucine di Casto

Ritrovo al parcheggio puntuali per le ore 8 e si procede alla vestizione delle attrezzature che garantiranno sicurezza nel percorrere la via attrezzata. Per molti ragazzi è un battesimo: imbrago, set da ferrata, caschetto, tanta adrenalina e, un poco di preoccupazione.
Trovare imbraghi così piccoli è stata un’impresa ma, per fortuna, la nostra palestra ci è venuta in soccorso.

Davanti a noi nessuno e questo ci permette di gestire al meglio la progressione, assecondando il ritmo dei più lenti.Silenzio pesante all’inizio fino a che, prese le misure, qualche voce  timida fa capolino, per man mano crescere di tono e infine terminare la nostra impresa al suono di un coro, un poco sguaiato che, rimbombando tra le pareti ci accompagna fino allo sbucare sani e salvi sul sentiero al termine della forra.

Nessuna incertezza, da parte dei ragazzi e la grande perizia da parte degli accompagnatori hanno permesso ai nostri giovani di superare anche questo scoglio sulla strada per crescere in nel loro andare in Montagna.


Canyoning al Büs da Mort al del Palvico

Questa era l’uscita “Strana” del 2019 per i ragazzi più grandi, l’attività: canyon o torrentismo che dir si voglia.
La conoscenza della montagna e il suo praticarla ha molte sfaccettature, montagna non è solo la sua superficie: sentieri, arrampicata o ghiacciaio, non è solo il suo sottosuolo: speleologia e grotte che già abbiamo sperimentato, ma è anche percorrere quelle vie sulle quali non puoi camminare…

L’anno scorso sulle acque bianche del Noce, quest’anno la gola del Palvico a Storo.

Per forza di cose due gruppi, uno il mattino e l’altro il pomeriggio, accompagnati da due guide alpine specializzate in canyoning.
Il primo ostacolo impegnativo è stato la vestizione della muta, una seconda pelle come aderenza, spessa circa 5 millimetri che ti fascia, stringe, blocca, stritola e soffoca mentre sali con il pulmino per l’avvicinamento all’attacco della discesa…

Ma poi, finalmente in acqua tutto muta, smetti di sudare e scopri quanto sia bello galleggiare in un gelido torrente, saltare nelle pozze, scivolare nei toboga, essere calati in buie marmitte, andare a fondo, risalire e urlare, urlare di gioia.

Erano già alcuni anni che non tornavo al Büs del Mort e non me lo ricordavo così lungo, bello e godurioso.

A un certo punto
uno dei ragazzi si è avvicinato e mi ha gridato: «Ma, Raffaele, cosa aspettavi a portaci qui?».

Le prime due foto le ferrate a Casto, le ultime due canyoning alla gola del Palvico a Storo

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