55 anni a San Bernardo
di val.

Gli anni sono quelli dalla “ri-fondazione” del gruppo bionese delle Penne nere. San Bernardo è la ricorrenza che le raduna ogni anno


La terza domenica d’agosto è sempre speciale per gli alpini bionesi: c’è da festeggiare San Bernardo, al quale è dedicata la chiesa sull’omonimo colle che sovrasta il paese, della quale gli Alpini hanno sempre avuto cura. Ed è anche l’occasione per fare il punto sull’impegno profuso dagli Alpini per e nella comunità di appartenenza.

Alla chiesetta, è toccato al capogruppo Michele Zanoni di elencare gli impegni portati a termine in tempi più recenti e di ringraziare coloro che ne sono ne sono stati protagonisti.

Dalla cura del sempre più apprezzato rifugio sul Piano di Lo alla festa degli Alberi con le scuole, dal pranzo offerto in occasione del “grest” agli abbellimenti artistici della chiesetta che presto ne ospiterà di nuovi, passando per i futuri impegni in campo ambientale dei quali avremo occasione presto di parlare e per altre decine di occasioni in cui le Penne nere bionesi e i loro simpatizzanti si sono distinti per impegno e dedizione.

«Vorrei invitarvi a riflettere sull’importanza  del volontariato, non sono per il gruppo Alpini, ma per tutte quelle associazioni non a scopo di lucro che si dedicano al bene comune – ha poi detto Zanoni sul finire del discorso -. Sarebbe buona cosa che ognuno di noi individuasse un’associazione o un gruppo di volontariato e contribuisse anche con piccoli gesti, ma in modo serio, alla loro continuità, rendendo così la vita migliore a se stesso e agli altri. Se tutti adottassimo questo comportamento ci sarebbero maggiori opportunità per le persone meno fortunate. Così facevano i nostri “veci”, che nelle situazioni più difficili aiutavano chiunque vicino a loro ne avesse bisogno».
Ecco l’”alpinità”, fuor di retorica.

Un momento di raccoglimento è stato dedicato a chi, fra le Penne nere bionesi, più recentemente è andato avanti: Pietro Giovannini e Nadir Martinelli.
Il primo la storia del gruppo bionese l’ha fatta essendone stato uno dei fondatori, il secondo avrebbe potuto e voluto esserne il futuro, ma se n’è andato troppo in fretta.

Per l’occasione, fra gli altri, sono intervenuti il vicesindaco Graziano Venturini che ha lodato la storia degli Alpini, «ricca di valori, di esperienze e di insegnamenti»; lo speaker ufficiale Domenico Lombardi che ha riportato alla memoria l’inutile strage di alpini avvenuta nel 1917 per la conquista dell’Ortigara, dove in 20 giorni ne morirono 16.305, molti anche del “Vestone”.

Flavio Lombardi è intervenuto nel ruolo di vicepresidente sezionale, ricordando che il valore degli Alpini va ben oltre il luogo comune sintetizzato dal detto “Biide longhe e tanta voglia di stare insieme”, declinandosi invece nei concetti di “memoria” intesa come ricordo dei Caduti, “solidarietà” nei grandi interventi di cui l’Ana è stata capace ma anche nelle azioni di tutti i giorni, “identità” di persone use a cose semplici, senza fronzoli, sempre pronte ad aiutare per il bene comune.

Il parroco don Pietro Chiappa per la prima volta, coadiuvato da don Sergio, ha celebrato la messa.

Ampio spazio è stato riservato all’opera d’arte che verrà prossimamente inserita in San Bernardo: una Via Crucis opera degli scultori Carlo Ricchini ed Alessia Todeschi e ispirata ai testi del gesuita Silvano Fausti.
Un’operazione culturale curata dal poeta Giacomo Scalvini, che verrà presentata nella parrocchiale bionese dell’Assunta nella serata di sabato 5 ottobre.

L’immancabile preghiera dell’Alpino ha concluso la cerimonia a San Bernardo, proseguita poi nel rifugio sulla Piana, con lo spiedo per 350.

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