«Amodonos», grande musica in valle
di Redazione

Una platea ammaliata dalla magica atmosfera creata dalle parole e dalla musica ha seguito in un silenzio irreale il concerto della band a Bagolino


Una platea ammaliata dalla magica atmosfera creata dalle parole e dalla musica ha seguito in un silenzio irreale il concerto "Amodonos", tenuto a Bagolino da Paolo Bianchi (pianoforte), Marcello Rota (clarinetto e sax alto), Riccardo Orsi (batteria e percussioni), Vittorio Marchetta (voce e chitarra). È stata una manifestazione di grandissimo livello tecnico-espressivo, perché, come aveva anticipato il comune collega e amico M° Stefano Bordiga, "questi musicisti rappresentano oggi il meglio della nostra valle".

Non è facile rendere la bellezza e l'emozione creata da questo spettacolo, spiegabile solo immergendosi nella suggestiva dimensione di parole e musica; qualche spunto, inadeguato alla grandezza del messaggio proposto, parlerà della serata, invogliando chi legge a non perdere l' occasione per (ri)vederlo.

Incontri casuali, amicizie ritrovate, gioie e dolori della vita, e la musica che nelle sue forme diverse lega i percorsi degli autori e diviene, essa stessa, colonna sonora delle loro esistenze; e anche delle nostre. Dipanando il filo della memoria ecco allora fluire, placido o tumultuoso, un fiume di emozioni e di musica, di musica e di emozioni: Amodonos è un viaggio per attraversare il tempo perduto e ritrovare il tempo della nostra vita.

Vittorio Marchetta, è la voce narrante che accompagna con stile e leggerezza in questo viaggio intimo, ma anche collettivo di una generazione, sollevando via via l'onda dei ricordi con la forza tenera e ferma delle parole; e dalle parole inizia il viaggio nel tempo della vita con "la musica che crea ricordi e ricordi che evocano musica".

"Amori, amicizie, dolori lancinanti: non cambierei nulla, neanche gli errori". Così il primo bacio, gli esami di maturità, la prima auto comperata, la morte di un amico, un amore sbagliato, un amore perduto, i film del momento, le grandi canzoni, le avventure, i pensieri, le assenze, e tutto intorno la musica, il filo conduttore delle nostre storie. Il clarinetto di Marcello Rota dà avvio al viaggio nel tempo e nella musica con le note solenni e struggenti di "C'era una volta il West", e da quel momento il pubblico viene stregato dalla malìa della musica e delle parole che l'hanno evocata.

Venti brani di grande musica e di grande interpretazione si sono susseguiti in un silenzio quasi irreale, non un colpo di tosse, uno scricchiolìo di poltrona, impensabile interrompere la magica atmosfera creatasi in sala, dove Paolo Bianchi, al centro della scena e semicoperto da un grande spartito, concentratissimo, liberava le sette note del suo pianoforte "non come una mera successione di suoni ma come l'infinita vastità dell'anima".

Vedrai, vedrai; Lullabye of birdland; So in love; Io che amo solo te; Along came Betty; I remember Clifford; Amapola; Caro amore; Imagine; Por una cabeza; What a wonderful word; My funny Valentine; Samba di Orfeo; ecc., per generi e stili musicali diversi, ma sempre grandissimi.

La platea quasi non respirava; solo una volta, irrefrenabile, un applauso ha interrotto il silenzio dovuto agli interpreti, quando Riccardo Orsi ha frantumato con uno strepitoso assolo l'autocontrollo del pubblico; ma si sa, la batteria è indisciplinata e difficilmente contenibile nei suoi effetti. Subito ricompostosi, il pubblico ha completato poi il viaggio musicale con un'attenzione assoluta e grata, come confermeranno gli applausi entusiastici del finale.

Un sax, alternato al clarinetto, ha sottolineato con grande incisività espressiva i passaggi più significativi dei brani proposti, confermando Marcello Rota come un grande interprete solista e di complesso, con una splendida vena swing e jazz capace di creare l'atmosfera di riflessione intima e intensa che la musica sa suscitare. Bravissimi tutti i musicisti, singolarmente e d'insieme, dimostrando come "Amodonos" sia l'esemplificazione della differenza tra suonare per lavoro e suonare per passione.

Nato da un progetto ideale di Paolo Bianchi, questo viaggio musicale si conclude con una metafora: i ricordi sono come scampoli, possono essere di scarso valore o di pregio, morbidi o ruvidi, suscitare frammenti di vita teneri o drammatici, o strazianti. Sono stati il filo conduttore della proposta di "Amodonos", legati dalle parole e dalla musica che si chiudono a cerchio sul motivo iniziale, con la chitarra lieve di Vittorio Marchetta; le toccanti note del celebre motivo di Ennio Morricone, ci ricordano che "una volta" c'era il West, ed ora "bisogna farsene una ragione". Non sarà facile, ma forse la musica ci darà una mano.

Non perdetevi la prossima uscita del gruppo di "Amodonos".


Nelle foto, di Luciano Saia: I musicisti di "Amodonos": (da sx) Vittorio Marchetta, Marcello Rota, Paolo Bianchi, Riccardo Orsi - Vittorio Marchetta alla chitarra - Marcello Rota al sax - Riccardo Orsi alla batteria.


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