Ambulatori vuoti, il caso di Capovalle
di val.

E’ un sistema perverso quello che, fatti bene i conti, sta impedendo ai piccoli Comuni di montagna, anche se si coalizzano fra loro, di avere un medico che si occupi di chi ci abita


Succede così a Capovalle che insieme a Magasa e Valvestino, da anni fatica a trattenere un medico di medicina di base che possa occuparsi di pazienti la cui età media è per altro in aumento.

Ecco cosa succede: se qualcuno dovesse decidere di abitare da queste parti, nello scegliere il medico, lo può fare solo attingendo fra i vincitori di concorso.
Medici questi, però, che in questi tre paeselli di montagna non ci vengono certo, preferendo altri e più remunerativi lidi.

Tutti insieme, infatti, i mutuati non sono più di 500, se escludiamo coloro che potendosi spostare agevolmente già si rivolgono al fondovalle.
Capita così che ad occuparsi di questi mutuati siano sempre medici in attesa di vincere un concorso, che di mutuati quindi non possono assumerne di nuovi.

E la situazione non può che peggiorare, un decesso dietro l’altro.
«Siamo in attesa di essere ricevuti in Regione ed in particolare all’Assessorato alla Montagna da poco istituito, per capire se si può far qualche cosa per invertire questo trend, destinato a lasciare gli abitanti senza la possibilità di cure, a decine di chilometri di distanza dal primo ambulatorio» conferma il sindaco di Capovalle, Natalino Grandi.

Al momento a Capovalle il medico arriva per un’ora e mezza due volte a settimana e così è anche per Turano, mentre a Magasa ci viene una volta sola».

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