In fondo al tunnel... la neve
di Ubaldo Vallini

Il costruendo paravalanghe lungo la Provinciale 669, parola di Gervasoni partron della Sat, porterà in dote già dal prossimo inverno la riapertura degli impianti sciistici del Gaver



Lavori in corso lungo la Provinciale 669 fra Valle Dorizzo e il Gaver, per la realizzazione del nuovo paravalanghe che presto annullerà la pericolosità degli scivolamenti di neve lungo il “Canal Rot”.

Una novità che potrebbe portare al ripristino degli impianti di risalita, già dal prossimo inverno, almeno questo è l’intento di Carlo Gervasoni, patron della Società Attrezzature Turistiche.

La struttura, realizzata grazie al finanziamento per un milione di euro ottenuto coi fondi “Odi” per i Comuni di confine ai quali vanno ad aggiungersi, per volere della Comunità montana di Valle Sabbia, i 600 mila euro che in vent’anni il Bim deve a Breno per lo sfruttamento delle acque del Caffaro, va a fare il paio con analoga opera realizzata alcuni anni fa poco più a valle, a protezione dell’impluvio chiamato “Espargat”.

Sarà lunga 105 metri e larga 8.
I due paravalanghe insieme avranno il merito di limitare fortemente il rischio che le slavine che si staccano dalle pendici della Misa possano finire sull’asfalto della Provinciale, come troppo spesso accadeva negli anni scorsi.
Abbiamo più volte infatti dovuto registrare quello che era un paradosso, per una stazione sciistica, cioè che quando nevicava veniva chiusa la strada.

Resteranno ancora degli interventi da fare, ma direttamente sul versante della montagna, per quelle valanghe che hanno tempi di ritorno molto più lunghi e nell’ordine dei 20/30 anni, come la “Grisa” e la “Campràs”, che rischiano di muoversi solo in condizioni di innevamento eccezionali.

«Tutto lascia pensare che il nuovo paravalanghe sarà già pronto per il prossimo inverno. Finalmente. E io non mi farò certo trovare impreparato» fa sapere Carlo Gervasoni della Sat, che si è già messo all’opera per ripristinare gli impianti di risalita.

Non tutti:
«La seggiovia è completamente da rifare e richiede un investimento pari a cinque milioni e mezzo di euro di euro – afferma Gervasoni -. Per ora quindi rimane com’è, vedremo il prossimo anno se riusciremo ad avere dei finanziamenti per lo sviluppo del turismo montano».
Per il resto l’idea è quella di recuperare l’impianto di risalita “Gera 1” che senza seggiovia rimarrebbe inattivo, per metterlo “in coda” a quello del Camprass con la possibilità di risalire tutta la “nera”. Verrà poi riaperto lo skilift che permette di utilizzare la pista che scorre a fianco dell’hotel Europa e verranno posizionati alcuni “tapis-roulant” attorno al Camprass.

Se sono rose... scieranno. 

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