La ciclabile del Baremone
di Gianfranco Seccamani

Si fa tanto parlare della ciclabile attorno al lago d'Idro come attrattiva turistica per rilanciare l'area. In realtà, così scrive Gianfranco Seccamani, una ciclabile da queste parti c'è già, bella che pronta



E’ ormai da anni che si parla e si scrive della futura ciclabile del lago d’Idro. Non entro nel merito della questione, non è il mio intento.

Assiduo frequentatore della zona di Baremone, da anni noto un incremento di presenze da parte dei ciclisti, sia con la bici da corsa – mountain bike e ultimamente con la E-bike.
Da Primavera ad autunno inoltrato. Anche con la neve presente su alcuni tratti, specie la parte alta.

Evidentemente è un percorso molto apprezzato, e le testimonianze sono molteplici.
Naturalmente la strada non finisce in Baremone, ma prosegue fino al Maniva e oltre. Nata come strada militare nel periodo della Prima guerra mondiale, ha via via perso importanza sotto questo aspetto.

Vista la crescente richiesta di percorsi ciclabili, la strada in oggetto ha tutte le potenzialità per essere inserita a buon diritto nel novero dei percorsi più “nobili“ anche dal punto di vista paesaggistico.
Il massimo dell’attrattività si raggiunge in autunno. Colori meravigliosi e accesi accompagnano chi affronta la salita.

A quanto mi risulta la strada è tuttora “intestata“ al Demanio militare.
Questo non ha impedito nel corso degli anni di intervenire con opere mirate al miglioramento della percorribilità. Una su tutte l’asfaltatura dell’intero tratto compreso nel comune di Anfo.

I veri problemi sono la difficoltà ad operare sulla manutenzione ordinaria, in modo particolare ai lati del percorso.
La vegetazione è via via riuscita ad impadronirsi del terreno adiacente, causando non pochi danni. Anche la periodica caduta di sassi, alcuni di grosse dimensioni, ne rendono difficoltosa la rimozione. Annualmente, si opera una manutenzione, affidata perlopiù a Volontari.
Pur con tutta la buona volontà ciò non è sufficiente. Calcolando il kilometraggio compreso nel territorio di Anfo, e moltiplicando per due, stiamo parlando di 28 km circa.

Essendo stato io stesso amministratore, conosco bene le difficoltà che incontra il comune.
La costante e frustrante carenza di fondi, costringe a mettere la “pezza”. Anziché intervenire in modo radicale ; certamente non risolutivo, ma con una prospettiva non più stagionale.

Anche il tratto da Baremone a malga Spina è in continuo restringimento, dovuto all’avanzare della vegetazione.
Il tutto causa danni al manto stradale, e non secondario è il problema sicurezza, dovuto alla sempre più scarsa visibilità, specie in periodo vegetativo.

Come accennato, la strada ha enormi potenzialità sotto l’aspetto “ciclabile“. E turistico.
Non è ipotizzabile che il solo comune di Anfo si faccia carico delle varie problematiche che affliggono la strada. In generale è comunque la pubblica amministrazione, a vari livelli, che andrebbe coinvolta -questo sì- dal comune di Anfo.

La proposta, dunque, è un invito all’amministrazione locale, in prima battuta di convocare una pubblica riunione per la trattazione del tema. Che coinvolga, almeno all’inizio anche la comunità montana.
Non dimenticando di coinvolgere gli operatori turistici, le associazioni e gli appassionati ciclisti. Non facendo parte di nessuna categoria elencata, sarei comunque in prima fila, non solo da spettatore.

Gianfranco Seccamani

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