Depurazione del Garda, la risposta di Mariastella Gelmini
di Mariastella Gelmini

Gentile Direttore, rispondo, ringraziandola per l'ospitalità, alla Lettera aperta che...


... tramite le colonne del Suo giornale, mi è stata inviata dalle signore Roberta, Piera e da altre 90 mamme, sul tema della riqualificazione del sistema di depurazione e collettazione del Garda.

Desidero prima di lutto tranquillizzare le autrici della lettera: le preoccupazioni e l'attenzione che riservano alla salubrità dell'ambiente e al futuro dei nostri figli, sono anche le mie.

Ed è proprio per questo che, a fronte della responsabilità derivatami dal mio ruolo di parlamentare d'area e presidente della Comunità del Garda, ho posto il grave problema connesso alla tenuta della condotta sub-lacuale e più in generale della depurazione del Lago di Garda, all'attenzione nazionale come prioritario e urgente.

Ciò ha consentito preliminarmente il fattivo coinvolgimento, oltre che della Regione Lombardia e della Regione Veneto, anche del Ministero dell'Ambiente e ha portato alla sottoscrizione di un Protocollo di intesa, il 20 dicembre del 2017, con un significativo stanziamento di risorse economiche. Ed è proprio in virtù di quel Protocollo che si è tenuta a Roma la riunione della 'Cabina di regia'.
Nessun mistero dunque, nessun incontro ai 'piani alti' e tantomeno un attacco alle istituzioni democratiche.

Le acque del Garda costituiscono un patrimonio ambientale di incommensurabile valore per l'Italia e per l'Europa, oltre che un volano rilevantissimo per l'economia delle nostre aree.
La loro tutela è un dovere inderogabile di chi ha responsabilità istituzionali e la questione non può essere derubricata, come qualcuno scioccamente sta cercando di fare, ad una guerra tra campanili, perché stiamo parlando della realizzazione di un progetto strategico per il futuro del territorio e delle generazioni che ci succederanno.
Politica, quella con la P maiuscola, significa conoscere, decidere e assumersi le relative responsabilità.

Altra questione è invece la soluzione tecnica prospettata, che è il risultato di uno studio scientifico dell'Università di Brescia, fatto proprio dall'Ufficio d'Ambito di Brescia (Aato), soggetto ex lege preposto alla gestione e realizzazione dell'opera.

Mi è stato assicurato che tale soluzione (realizzazione di un depuratore a Gavardo, peraltro già prevista nella stessa Gavardo, e potenziamento dell'impianto già esistente a Montichiari, con corpo recettore il fiume Chiese) tra le tante ipotesi prese in considerazione, è quella più rispondente alla sostenibilità ambientale, ai tempi di realizzazione e a ragioni di economicità.

L'iter avviato prevederà ovviamente il coinvolgimento di tutti gli Enti preposti e nessun passaggio sarà trascurato, ivi compresa l'obbligatoria Valutazione di Impatto Ambientale.

Mi sento dunque di rassicurare
le sottoscrittrici della lettera aperta (che sono disponibile ad incontrare senza alcun pregiudizio) da donna, da mamma e da rappresentante delle Istituzioni, circa la linearità del percorso che abbiamo intrapreso e la sua sostenibilità ambientale per tutte le comunità coinvolte.

Mariastella Gelmini

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