Guerrieri (pt. 1)
di Luca Rota

Ci sono storie sportive che narrano gesta favolose e ci ricordano a volte, che questo sport non è fatto solo di soldi. Questa nuova meta-rubrica ci parla di “guerrieri” e delle loro parabole, purtroppo non sempre a lieto fine


Siamo nella metà degli anni Novanta quando Klas Ingesson arriva in Italia. Ha alle spalle una più che buona esperienza europea, ed a Bari si capisce subito che in mezzo al campo non si risparmia mai, uscendo spesso dal rettangolo di gioco con la testa rotta, ma sempre mantenendo quell’aria tranquilla e serafica.

Dopo i galletti continua nel Bologna, e naturalmente difende i colori della sua Svezia, con la quale ha partecipato a Mondiali ed Europei. Dopo uno scampolo all’Olympique Marsiglia, appende gli scarpini al chiodo nel Lecce.

Diventato allenatore, ritorna in patria dove dopo una bella trafila tra le giovanili, arriva a guidare gli under 21 dell’Elsfborg.
Ciò che trasmette ai suoi calciatori, oltre agli schemi, sono quella grinta e quello spirito di sacrificio che in campo ne avevano fatto un combattente.

Sedutosi in panchina però, Ingesson non deve più vedersela solo con gli avversari; un maledetto mieloma lo costringe a lottare come non mai. Lui non molla, e nonostante l’intensificarsi della malattia lo porti sulla sedia a rotelle, continua ad allenare e a seguire i suoi ragazzi.

Si rompe persino un braccio e il femore, cadendo dalla carrozzina, proprio per non rinunciare alla vita da spogliatoio e presenziare agli allenamenti.

Nella stagione 2013-2014 viene promosso alla guida della prima squadra, ed è lì che si esalta guidando i suoi, dopo una bella ed avvincente cavalcata, fino al terzo posto alla fine del campionato.

I complimenti verso il suo operato si sprecano, ma dopo quella prima e brillante stagione, decide che è arrivato il momento di fermarsi, per via delle serie difficoltà creategli dalla malattia.

Purtroppo non ritornerà più a sedersi in panchina, perché abbandonerà la vita qualche mese più tardi, lasciando per sempre il ricordo di quel giocatore impavido in campo contro gli avversari, e di quell’allenatore forte e premuroso, rimasto fino alla fine a fianco dei suoi giocatori.

Questo è stato Klas Ingesson. Un guerriero.
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