L'Italia che non vuol cambiare
di Mario Pavoni

Alcuni giorni orsono, mi sono imbattuto in una coda chilometrica sulla tangenziale Villanuova-Brescia. Tutti fermi: camion, furgoni, autovetture ecc.

 
Metro dopo metro finalmente ho scoperto che non si trattava, fortunatamente, di un incidente, bensì di operai che tagliavano l’erba ai bordi della strada.

Mi sono ricordato che quarant’anni fa mi sono trovato nella periferia di Parigi e poi nella periferia di Vienna durante i mesi estivi e ho notato con molto stupore da parte mia che stavano riasfaltando una careggiata della tangenziale che da Versailles porta a Parigi.

Tutto il lavoro iniziava alle venti e si concludeva verso le sei del mattino, con la segnaletica orizzontale già ultimata!
Giunta quell’ora, tutta l’attrezzatura veniva portata via per poi essere riportata la sera stessa.

A Vienna una sera, mi sono imbattuto in un lavoro di manutenzione: pitturavano un ponte ferroviario, per prevenire la ruggine, mentre sotto transitava il normale traffico.
Anche qui i lavori iniziavano alle ore venti per concludersi al mattino verso le ore sei.

Questi tipi di lavoro ed altri simili, come la pulizia delle strade ecc. venivano sempre svolti durante le ore notturne.
E quando chiedevo loro come mai lavorassero di notte si stupivano della domanda.
Semplicemente era considerato logico fare così.

Non so se certi lavori in Italia si possono fare nelle ore notturne, visto che il clima è diverso.
Chi ordina questi appalti ha mai analizzato il costo che deve supportare l’autotrasportatore, il rappresentante e tutte le persone che devono recarsi al lavoro?

Forse non è arrivato il momento anche per noi un cambio di passo per allinearsi ad altri Stati dove certe cose fanno ormai parte della cultura e del loro modo di vivere quotidiano?

O dobbiamo amaramente pensare che qui cambia tutto per poi non cambiare niente!
Possibile che L’ITALIA non può o non vuole cambiare? 

Mario Pavoni

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