Si rafforza il fronte del no
di Cesare Fumana

La presa di posizione del presidente della Provincia Alghisi e l’intraprendenza di questi giorni della presidente della Comunità del Garda Gelmini hanno messo in allarme e attivato il vasto fronte del no al depuratore, a cominciare dall'amministrazione comunale di Gavardo


Pochi giorni fa il presidente della Provincia di Brescia Samuele Alghisi ha dichiarato che per lui la localizzazione del depuratore per i comuni dell’alto Garda dovrebbe essere Gavardo: «Forse il progetto di Gavardo non è il migliore in assoluto – ha dichiarato alla stampa Alghisi - ma di certo è il migliore tra i sei progetti ipotetici discussi fino a oggi, sulla base di alcune condizioni come l'assenza di scolmatori e scarichi a lago e la dismissione della sublacuale. Rimetterlo in discussione significherebbe ripartire da zero, e non possiamo permettercelo: la nostra responsabilità è quella di prevenire qualsiasi possibile problema ambientale».

«La tenuta della condotta è misurata in 8 anni. Salvo non subentrino variazioni ambientali che come già successo accelerino il degrado della struttura. Nel frattempo dovrà essere individuato il soggetto per la progettazione, con gara europea, quindi ipotizziamo almeno 6 mesi. Poi sarà da mettere a bando l'opera, e passerà minimo un altro anno. Infine i lavori»

Questo il pensiero del presidente dell’ente Provincia,
che finora non ha convocato quel famoso tavolo tecnico scaturito dopo un confronto in Regione, e che dice di voler convocare a breve: «un tavolo di sintesi, ma a larga partecipazione: quindi tutte le parti politiche, i portatori d'interesse, i comitati e le associazioni, i sindaci. Un tavolo dove saranno raccolte le osservazioni che poi andranno a completare l'ultima e necessaria fase tecnica».

Intanto la presidente della Comunità del Garda, la deputata di Forza Italia Mariastella Gelmini, ha postato su Facebook una foto che la ritrae con il presidente dell’Ato Brescia in un incontro al Ministero dell’ambiente, con questa dichiarazione: "Come Comunità del Garda stiamo monitorando l’iter amministrativo che dovrebbe dar avvio ai lavori nel 2020. Con le Regioni, le Province, i Comuni e tutti gli enti coinvolti abbiamo trovato finalmente una soluzione per l’ubicazione, una soluzione che reputiamo la più efficace e al tempo stesso la meno invasiva. Ma adesso bisogna accelerare. Perché una possibile rottura dell’attuale condotta sublacuale sarebbe letale per il nostro Lago e per la nostra economia".

Tutto questo ha sollevato la presa di posizione di politici e associazioni ambientaliste, di cui in parte abbiamo già riferito, visto che di questo progetto se ne parla da mesi, ma nessuno a livello locale ha potuto vedere le carte.

E non è mancata la presa di posizione del neosindaco di Gavardo, Davide Comaglio, da sempre contrario a quest’opera nel suo Comune, espressa ufficialmente anche nel primo consiglio comunale di insediamento di giovedì sera.

«Continueremo a battagliare contro l’idea
di costruire il maxidepuratore del Garda a Gavardo, una soluzione illogica, insensata, dannosa dal punto di vista ambientale e costosa dal punto di vista infrastrutturale.
Ci sono molte responsabilità per questa situazione, dalla Regione che se ne è lavate le mani, la provincia che non ha mai convocato il tavolo tecnico, l’Aato, la Comunità del Garda con l’attivismo della sua presidente. Gli unici che non sono mai stati sentiti sono i sindaci dell’asse del Chiese, rimasti finora all’oscuro di tutto.

E annuncia due prossime mosse: la prima una convocazione di una seduta del Consiglio comunale ad hoc sul tema del depuratore, dove approvare una delibera già approvata da altri Comuni del Chiese contro la costruzione del depuratore.
E la seconda: «Ho già mandato una lettera ai 18 sindaci dell’asse del Chiese, da Roè Volciano ad Asola, con l’invito ad essere presenti a Gavardo il prossimo 25 giugno, per un confronto sulla questione per trovare anche una strategia comune».

Infine un appello all’unità dell’intero paese contro questo progetto:
«Dobbiamo essere una sola voce dalla maggioranza all’opposizione – è l’appello di Comaglio – senza distinzione politica e ogni cittadino deve darsi da fare. Non ci devono essere falle perché quelli che vogliono portare le fogne del Garda a Gavardo e depurarle per immetterle nel Chiese sono molto determinati e noi gavardesi e abitanti lungo il malato fiume Chiese dobbiamo diventarlo.
Qui vinciamo o perdiamo tutti!
Il nostro non è un NO a prescindere ma motivato ambientalmente ed economicamente e con proposte alternative che qualcuno dovrà ascoltare.
Ad oggi sembra che nessuna parte politica comprenda il grave errore strategico nel realizzare un maxidepuratore dei comuni a lago su un fiume già con fortissime criticità avendo a disposizione soluzioni migliori ma credo e spero ancora che ci siano politici illuminati, di qualsiasi schieramento, che possano capire il problema e aiutarci».

E anche il consigliere regionale della Lega, Floriano Massardi, se la prende con Alghisi:
«Nell’ultimo incontro tenutosi presso l’UTR di Brescia infatti, alla presenza anche di Acque Bresciane, si era giunti ad un accordo chiaro, che prevedeva la convocazione di un tavolo tecnico da parte della Provincia, dove il progetto in questione sarebbe stato presentato e visionato dai tecnici degli enti del territorio. Peccato però che, nonostante la parola data, il Presidente Alghisi non si sia mai attivato per organizzare il suddetto incontro e, come se non bastasse, adesso qualcuno cerchi di scaricare responsabilità inesistenti verso la Regione e l’Assessore Foroni».

Spiace constatare come la politica, nei livelli più alti, non sia stata finora all’altezza di coinvolgere le amministrazioni locali del territorio e anche le associazioni ambientaliste.

Inoltre, il fatto di non rendere pubblici i progetti è una mancanza di trasparenza che non si può tollerare: quella deve essere la base di discussione anche per trovare soluzioni alternative proprio sul Garda, che risultino meno impattanti e meno costose del progetto “monstre” che si vorrebbe a Gavardo.

Checché ne dica la presidente della Comunità del Garda Gelmini, la condotta sublacuale è stata recentemente ispezionata e i tecnici l’hanno giudicata ancora idonea per parecchi anni e non c’è nessuna fretta di dismetterla.

Idem per la questione dei finanziamenti stanziati: sono stanziati per questo progetto e non hanno una scadenza specifica.

Pertanto c’è tempo per ragionare sulle diverse soluzioni
da mettere in campo, compresa quella più logica, naturale ed economica di collocare il maxi depuratore del Garda nella zona del lago.


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