Toh un osso: potrebbe avere due milioni di anni
di red.

Dall’unità didattica al ritrovamento vero, avvenuto in zona San Gottardo di Barghe da parte di una scolaresca vestonese


In occasione dell’uscita didattica prevista dal progetto “Eco preistorico” redatto dalla maestra Valeria Gagliostro, le classi terza A, B e C della primaria di Vestone si sono recate alla scoperta della grotta della chiesa di San Gottardo in Barghe.

Con ragazzi ed insegnanti anche l’archeologa Luisella Veroli esperta in simbologia e scrittrice di numerosi libri, che li ha accompagnato all’avanscoperta della grotta posta dietro la chiesetta.

Le classi hanno alternato momenti in chiesa, con i racconti in particolare su santa Apollonia con spiegazioni sulla correlazione simbolica con i ritrovamenti fatti in grotta nel passato, a momenti di studio in grotta.

Le pareti rocciose hanno consegnato nel corso del tempo dei denti di animali e schegge di utensili, prova che la grotta è stata luogo di culto sin da tempi preistorici.

Proprio sulla base di queste conoscenze, i bambini si sono occupati dell’osservazione minuziosa delle pareti muniti di torce alla ricerca di ossa, denti e segni di un passato molto antico.

Ad un certo punto Ilaria e Adiara hanno preso a gridare: «Un osso, abbiamo trovato un osso, correte».
Fra lo stupore di tutti, quello rinvenuto era proprio un osso dall’aspetto consunto.

«Naturalmente speravamo in un rinvenimento – hanno affermato le conduttrici dell’esperienza -, ma non accadeva da moltissimo tempo e non ci saremo certo stupite se ciò non fosse avvenuto, invece, non credevamo ai nostri occhi»
La mattinata in trasferta si è poi conclusa con il consueto suono di campane a festa da parte di tutti i bambini.

L’osso è stato poi consegnato al direttore del museo di Gavardo, l’archeologo Marco Baioni, il quale si è prodigato in pochi giorni a dare il responso: “Parte prossimale di falange di in artiodattilo, verosimilmente un camoscio, di età antica, probabile di età pleistocenica come gli altri rinvenimenti».

Il Pleistocene è la prima delle due epoche in cui è suddiviso il periodo Quaternario ed è compreso fra 2,58 milioni di anni fa e 11.700 anni fa.
L’età precisa è da definire, il reperto sarà a disposizione degli studiosi e non è certo l’unico ritrovamento avvenuto in zona.

Ai bambini, ad ogni modo, resterà la felicità di aver fatto un’esperienza emozionante e con la consapevolezza di aver messo un nuovo piccolo tassello alla ricostruzione della storia della Vallesabbia.


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