L'altalena dei ricordi
di S.M.

La mia nostalgia vagava tra vecchie foto. Ne ritrovai una scattata due anni prima, sembrava passato così tanto tempo, ma quel giorno lo ricordo come se fosse ieri...


Il caldo torrido di mezz’estate rallentava la vita del giorno e il rumore di una vecchia altalena disturbava le cicale dal loro canto mortale.
Il cielo era limpido nella valle e il sole picchiava forte su ogni cosa, ma noi eravamo lì, lontane da ogni sistema di aria condizionata, e l’unico modo per rinfrescarci era: roteare su una piccola giostra malandata o su un’altalena poco affidabile di un vecchio parco sperduto nel paese.

Quanti ricordi ormai lontani, ci sentivamo già grandi nella nostra giovinezza, così spensierate nell’innocenza; ti ricordi la nostra infanzia, giocavamo in cortile, io ti scattavo foto con una macchina digitale comprata scontata a poco niente, ricordo che non era nulla in confronto a ciò che uso ora, non aveva la funzione manuale, lo scatto era solo automatico, e l’effetto grana non serviva applicarlo in post produzione, manco sapevo cosa significasse quella parola.

Però era tutto più vero; le foto, le nostre pose, eravamo forse più felici e spensierate, eravamo piccole.
Ora siamo qui, in questo parco, e tu ti metti in posa per essere fotografata, il caldo è pesante ma sorrido quando ti guardo nell’obiettivo, riesci ad essere così spontanea anche quando non lo sei, è affascinante.

Ricordo bene il tempo che ho impiegato per ottenere lo scatto che desideravo, il mio viso grondava di sudore mentre i tuoi ciuffi si rinfrescavano dondolando, avanti e indietro, il movimento dell’altalena era lento e non so quanto fosse efficace contro il caldo.
Dopo vari tentativi stavo rinunciando quando, non so se fu per sbaglio o semplicemente per un senso innato nel cogliere l’attimo, ti immortalai; eri spensierata ma il vento ora aveva iniziato a soffiarci addosso, il cielo si era coperto di nuvole e delle gocce iniziavano a cadere timide sull’obiettivo, su noi.

Corremmo a casa sotto quella pioggerella estiva, ed io ero soddisfatta, avevo catturato un momento che non avrei mai dimenticato, un momento che mi ricordava la nostra infanzia. 

S.M.

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