Il parco avventura nel cuore della Valle Sabbia
di Cesare Fumana

Nel 2018 ha superato le 100 mila presenze e quest’anno si appresta a superare nuovi record grazie a nuovi progetti messi in campo dai volontari del Gruppo Ferrate Casto


Pareti di roccia a strapiombo ideali per le arrampicate, vie ferrate, ponti tibetani per i più coraggiosi, laghetti turchesi dall’acqua cristallina, fiumiciattoli che scorrono in canyon suggestivi, cascate e cascatelle, sentieri nel bosco da percorrere a piedi o in mountain bike, panorami mozzafiato e antiche fucine abbandonate nel bosco.

È quanto offre il Parco delle Fucine di Casto, un’oasi ambientale e un parco avventura a pochi passi da casa, ma lontano anni luce dal traffico, dai rumori, dallo stress. A gestirlo ci sono un’ottantina di volontari del Gruppo Ferrate Casto, capitanati da Santo Piccinelli, provenienti da diversi paesi della provincia, che si occupano dell’apertura tutto l’anno: tutti i giorni da aprile a ottobre, per il resto solo nel fine settimana.

Nel 2018 ha superato le 100 mila presenze: numeri in continua crescita, come pure le strutture e le attrazioni del parco. Ogni anno c’è qualche novità: l’ultima, ancora in cantiere ma realizzata a breve, è una discesa downhill di 4,2 km, da affrontare con mountain bike con pedalata assistita, più adatta per raggiungere più agevolmente il punto di partenza. Ma i volontari del Gruppo Ferrate stanno già pensando a un ampliamento del parco nella valle di Alone, un territorio poco conosciuto ma con bellezze naturali di pregio.

Oggi il Parco delle Fucine si distende su una superficie di circa otto ettari con 18 vie attrezzate a “cavo teso” più la “Arcobaleno” che invece adotta lo stile francese del cavo di sicurezza lasco, al quale non ci si può appendere.

Non si contano le vie d’arrampicata, ci sono due laghetti per fare il bagno, 6 ponti tibetani col numero 3 a “tre corde” lungo 47 metri. In tutto sono stati tirati cavi per circa seimila metri, con standard di sicurezza certificati a livello regionale. Non mancano ciclopedonali per circa 60 chilometri che permettono da una parte di arrivare fino a Bione, dall’altra fino a Marcheno.

Ma coloro che si avventurano per le vie ferrate adesso sono solo il 10% di quanti frequentano il parco, perché i visitatori apprezzano soprattutto i sentieri nella natura.

Infatti, il parco, liberamente aperto al pubblico, è percorso da numerosi sentieri che attraversano i corsi d’acqua con 14 ponti, compresa una passerella lunga 68 metri, tutti realizzati facendo ricorso ai canoni dell’ingegneria naturalistica.

Per i più piccoli è stata allestita un’area apposita, con parete d’arrampicata, “zip line” e ponte tibetano a misura di bambino, dove si accede sotto la guida attenta di un istruttore. Sempre di grande fascino è il canyon della Stretta di Luina da attraversare su un apposito percorso a pelo d’acqua.

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