Alla Fiera di maggio...
di John Comini

...per due soldi lo zucchero filato mio padre comprò. Mercoledì 1° maggio inizia la Fiera di Gavardo e Vallesabbia, ma le giostre sono già arrivate, per la gioia dei bambini


Ci sono i mutamenti climatici, ma quando c’è la Fiera piove. Sempre. Il guaio è che se piovesse il 3 maggio, apriti cielo! “Se piöf el dé de Santa Crus, quaranta dé piuùs!” Ma non sempre Frate Indovino indovina…

Le prime edizioni fieristiche vennero ospitate prima nei locali dell’oratorio maschile, poi alle Scuole Elementari (dal 1963), quindi nelle nuove Scuole Medie dal 1975. Infine, dal 1986, al centro sportivo “Karol Wojtyla”.

Ricordi della Fiera…
Alla fiera di maggio per due soldi il “tirapicio” mio padre comprò, quel “tirapicio” che l’uomo che lo preparava lo tirava “ciccando” sulle mani…
E c’erano le bancarelle dove facevano il mandorlato che aveva un profumo intenso e buono.
Veniva un sacco di gente, anche dai paesi vicini, e nascevano avventure amorose.

“E ghera una gnara che l’è nada sögli autoscontri, ala fine l’è nada a chel dela casa a lamentass perché i gnari i ghera nacc adoss poche olte: -Non si fa così, non si fa! Ghera el calcinculo e i gnari i pagaa i giri ale gnare cosé se vidia i visticc per aria…”
E in una baracca della fiera: “Forza che è bello infilare l’anello!”

Ricordo un ragazzo con un sacco di gettoni, che invidia! Ma lui aiutava i giostrai a montare il luna park e poi poteva andare sulle giostre quanto voleva.

C’era la casa della streghina, con mio nipotino Marcello che è andato sulle automobiline dentro quel mondo di terrore e paura, tra urla di scheletri e fiamme infernali. Alla fine è uscito e gli ho chiesto: ‘Hai avuto paura?’ ‘No, tenevo chiusi gli occhi!’
E c’era il Tagadà, con i più ardimentosi della zona che si mostravano coraggiosi dinanzi alle ragazzine innamorate… e poi cadevano come salami.

Una donna piuttosto in carne era rimasta “enfrasada” sullo scivolo, e non riusciva più a scendere, tra le risate della gente. 
C’era una cosa fantastica, davanti all’Albergo Braga: il giro della morte svolto da centauri in tuta di pelle, due uomini e due donne, che si presentavano al pubblico sollevando le braccia e suscitando stupore e meraviglia.
E in piazza De’ Medici c’era una signora piuttosto scollata che invitava tutti ad entrare in un tendone, promettendo visioni magiche, proprio di fronte alla parrocchia: ricordo il severo sguardo di Monsignore…

E c’erano le trombe degli altoparlanti che diffondevano la pubblicità nostrana per le vie del paese.
E c’era un baracchino dove se piantavi diritto un chiodo nel legno guadagnavi una bottiglia di spumante.
E c’era la giostra dei bambini, che salutano la loro mamma e sono felici di salire sul cavallo o sulla macchinina. E il signore alla cassa: “Prendi la coda bambino, prendi la coda!” E se la mamma del bambino era avvenente, il bambino vinceva sempre, chissà perché.

E c’era la giostra dei dischi volanti, dove si facevano combattimenti da Star Wars, alla fine uno vinceva e faceva un altro giro “ a gratis”, e magari pensava di essere un vero pilota di guerra, ma chi decideva vittorie o sconfitte era sempre l’uomo alla cassa.
Alla fiera di maggio c’era la sfilata con banda e majorettes, ed era un bel sentire e un bel vedere. E poi i discorsi delle autorità: prefetti, presidenti provinciali o regionali, parlamentari, sottosegretari e altre autorità governative, sempre accompagnate dal sindaco. E, tra due carabinieri in alta uniforme e con i pennacchi, il taglio del nastro accanto ad una miss dal largo sorriso…
E poi il giro dell’esposizione dei prodotti artigianali, e

C’erano spettacoli serali all’aperto, presentati da Mike Buongiorno (1963), da Corrado con “Sanremo a Gavardo” (ripetizione delle canzoni finaliste al festival votate dal pubblico, 1964), con Wilma De Angelis ospite d’onore (1965) e con Nilla Pizzi, la “regina della canzone” (1966). Poi ci furono, tra gli altri, i concerti del Coro La Faita, i défilé di moda presentato da Mariolina Cannuli, Miss Italia (1995), il Concerto dell’Orchestra del Festival pianistico internazionale “Arturo Benedetti Michelangeli” diretta dal maestro Agostino Orizio  e la mostra della raccolta fotografica del Gruppo “Diateca Cesare Goffi” (2003). Ricordo di aver visto un bellissimo spettacolo della Loggetta al Teatro Salone.

E c’erano manifestazioni sportive e artistiche, come il Premio provinciale di Pittura  Felice Antonio Filippini (nato nel 1909 e scomparso proprio il giorno successivo alla Liberazione, il 26 aprile 1945, stroncato nel fiore dell’età a poco più di 35 anni) vinto nel 1982 da Silvio Venturelli con l’opera “La cava” e nel 1983 assegnato a Domenico Giustacchini per l’opera “Il maniscalco”.

La sera finale scoppiavano i fuochi artificiali.
Alla fiera di maggio per due soldi lo zucchero filato mio padre comprò…
E venne un temporale che mi bagnò tutto, ma io ero felice lo stesso e tutto l’anno aspettavo la fiera di maggio…

Ci sentiamo al 1° maggio, a Dio piacendo,

maestro John

Nelle foto:
1)Inaugurazione con il ministro Donat Cattin, il sindaco Gabriele Avanzi ed il caro Mario Mabellini che dirige la banda (anno 1975, foto di Giovanni Lavo)
2) La gente assiste al discorso fuori dal Comune
3) L’esposizione all’Oratorio maschile
4) Le giostre in Piazza Marconi (foto del grande Cesare Goffi)


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