L'ultimo reduce
di val.

Luigi Tisi è andato avanti. Aveva 99 anni, a Sabbio Chiese e forse in tutta la Valle Sabbia, era l’ultimo fra i reduci di Nikolajewka. Sabato scortato dalle Penne nere il suo ultimo viaggio



Prima di Luigi, era il dicembre del 2015, ad “andare avanti” era stato il compaesano Pierino Fascio.
I due, pur essendo dello stesso paese, prima dello scoppio della guerra erano estranei uno all’altro. Furono proprio le vicissitudini belliche a farli diventare più che fratelli: dei veri amici.

Partirono con l’Armir per la Russia nel luglio del 1942.

Luigi Tisi faceva parte dei mitraglieri e rivestiva il grado di capo arma pesante nella 53 esima compagnia del Battaglione Vestone della Tridentina.
Pierino era fuciliere della stessa divisione.

Un giorno s’incontrarono per caso, si riconobbero e diventarono inseparabili salvandosi vicendevolmente la vita in più occasioni.
Ci fu poi anche la comune esperienza di prigionieri nei campi di rieducazione in Germania, a cementare la loro amicizia.

Luigi raccontò queste vicende qualche anno fa, ricordando l’amico a pochi giorni dalla morte.
«Dal 15 gennaio del 1943 - raccontava Tisi - fummo coinvolti nella ritirata, combattendo di continuo fino a Nikolajewka, dove siamo usciti dalla sacca tra fame, sete, freddo e sangue, e dove camminavamo sui nostri morti per arrivare alla ferrovia».

Poi la quarantena in Italia, l’8 settembre e la prigionia in Germania, sempre insieme, a Lipsia, ai lavori forzati. Nell’agosto del 1945, liberati dalle truppe statunitensi, tornarono a Sabbio, «su un cavallo rubato ai tedeschi e uno slittino - ricorda Tisi -. Durante il viaggio trovammo degli alveari col miele e ci sfamammo inghiottendo tutto, api comprese».

Tisi era partito per la Russia con due fratelli
, uno dei quali, Marino, morirà in prigionia.
Luigi e Pierino raggiunsero invece casa stanchi e feriti ma salvi.

E per sempre amici. «Finchè avrò voce ripeterò le parole di Pierino che sono diventate per me un’eredità morale - osservava Tisi -. Fascio ripeteva sempre che i giovani devono difendersi da chi comanda. Noi non lo sapevamo fare, anche per ignoranza, e fecero di noi, ventenni sprovveduti, quel che volevano».

Ci piace pensare che ora i due amici si siano ritrovati lassù, nel “Paradiso di Cantore”, a sorreggersi l’un l’altro per l’eternità.

A Piangere Luigi Tisi i figli don Gian Mario ed Elvira, coi nipoti Luca e Massimo, con le rispettive consorti.
I funerali saranno celebrati nella parrocchiale di Sabbio Chiese questo sabato 27 aprile alle 15.
La camera ardente è stata allestita nell’abitazione di via Fontana a Sabbio di Sopra.

Lo accompagneranno nel suo ultimo viaggio gli alpini sabbiensi capitanati da Piergiacomo Pasini, insieme alle altre Penne nere valsabbine e gardesane, che vorranno scortare il vessillo sezionale della Monte Suello, presente quale doveroso omaggio dedicato ai reduci della Campagna di Russia.


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