Ragazzini
di Sal Paradise

Non molto tempo addietro, si era soliti lasciare fuori i “piccoli” dalle discussioni dei “grandi”...


Se da una parte ciò veniva fatto col solo intento di preservarne la purezza, per non influenzarli con le già formate idee degli adulti, allo stesso modo li si escludeva, mantenendoli acerbi.

Oggi se una sedicenne mette in atto una protesta contro chi sta inquinando oltremodo il pianeta, o un quindicenne dice la sua ai militanti di Casapound, ci si stupisce oltremodo.

Pasolini sosteneva che “chi si stupisce è quasi sempre male informato”, e credo tale espressione possa essere degna di nota, perché non bisogna stupirsi se gli adolescenti hanno delle idee, le espongono e le difendono con determinatezza.
Ma soprattutto non bisogna stupirsi se essi hanno a cuore argomenti che dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) appartenere a tutti, soprattutto agli adulti.

Troppo facile etichettarli come bamboccioni, fresconi, rimbambiti e automi, dimenticando però che questi cittadini di domani sono muniti di senso critico e di un pensiero attivo.
E poi quando battaglie, opinioni e critiche sono giuste e mature, quindi condivisibili, non importa da quale bocca siano fuoriuscite.

Che Greta Thundberg sia o no simpatica
, ciò che conta è il messaggio che lancia.
L’età non rende certo più idonei nel parlare, sono i contenuti che lo fanno.

Dà fastidio che fazioni politiche fino ad ora dormienti e pressappochiste, subito si siano adoperate nello sbandierare questi ragazzini come propri “figli”.
Figli ai quali ha giovato e non poco, il non ascoltare i discorsi dei grandi e ragionare con la propria testa.

Perché se questo è il mondo
messo in piedi dai “grandi”, allora forse è meglio lasciar fare i ragazzini.

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