Lo straniero
di Luca Rota

Abbandonati i “figli di…” ci si proietta verso nuovi orizzonti, seguendo un sentiero che ci porta fino ad una nuova sotto categoria, quella degli “ibridi”.


L’esordio da giovanissimo in B
col Pescara, così che a 20 anni già vanta un buon numero di presenze e diversi gol in cadetteria.

Massimo Margiotta è una punta di peso, uno di quelli che nonostante siano giovani già sembrano veterani.

Vince la classifica marcatori e porta in B il Cosenza, poi va a Lecce ed a Reggio Emilia.

Quando lo acquista l’Udinese ha solo 22 anni, ma già vanta più di cento presenze e una quarantina di reti tra i professionisti.

In Friuli assapora la A, ma sostanzialmente fa la “punta di Coppa”, subentrando per lo più in campionato e segnando in Uefa gol importanti.

Va al Vicenza dove continua a segnare, poi una parentesi al Perugia dove ritrova la massima serie e i gol in Uefa; successivamente un nuovo ritorno ai berici.

È in questo periodo che accetta di vestire i colori del Venezuela, dov’è nato e cresciuto fino all’età di 8 anni, nonostante nel suo passato azzurro vanti molte presenze nelle favolose Under 21 di fine anni Novanta, e la partecipazione ai Giochi Olimpici del 2000 con l’Under 23.

Col Venezuela gioca 11 incontri segnando 2 reti, partecipando alla Coppa America del 2004 e giocando qualche partita delle qualificazioni ai Mondiali nel 2005, prima di concludere la sua esperienza con la Vinotinto.

Tra Piacenza e Frosinone, prima del definitivo ritorno al biancorosso vicentino, si concede le ultime stagioni, anche se per la maggiore subentra a partita in corso.

Chiuderà in Lega Pro al Barletta, ed oltre al ricordo del buon centravanti ammirato in piena gioventù, quando si pensa a Massimo Margiotta torna sempre alla mente questo piccolo record: è stato il primo e solo italiano a giocare coi colori di una nazionale straniera.
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