Il web è diventato riserva di caccia per commentatori seriali, amplificatori di notizie vere o false che siano, che non controllano fonti e veridicità, non si informano su chi e cosa riguardi quelle notizie: l’importante è condividerle.
 

Cosa principale, codesti individui quelle notizie le leggono, e magari le rileggono anche, ma non le comprendono. 
 

Si chiama analfabetismo funzionale, e non è un caso che sia uno dei fenomeni di spicco del nostro tempo. 

Sappiamo leggere, ma non comprendiamo ciò che leggiamo.
 

Il sapere quindi, se così si può chiamare, ha il sapore di ciò che viene appreso senza sforzo, quasi sempre in modo errato, ma poco importa. 

Si potrebbe pensare che tutto ciò accada perché mancano i fondamentali e l’istruzione, a partire dalle classi primarie, è stata semplificata oltremodo. 
 

Poco spirito critico, poco sudore, poco lavoro sulla lingua e sulla sua complessità. 

Un po’ come leggere un manifesto che ci dà degli imbecilli, e affascinati dalle immagini e dallo stile in esso presenti, affiggerlo in camera.