Genitorialità creativa
di Giuseppe Maiolo

Mariella Bombardieri è la relatrice del secondo incontro di Genitori in Forma-zione che si tiene stasera alle ore 20.30 nella Sala del Consiglio comunale di Villanuova s/C.


Psicopedagogista e mediatrice familiare, autrice di molte pubblicazioni, ha appena pubblicato l’ultimo libro scritto con Giulia Cavalli dal titolo “Genitorialità creativa. L’antimanuale per genitori” (ed. Scholé). Le abbiamo chiesto alcune anticipazioni sul tema della serata.

Quali sono le fragilità della funzione genitoriale di oggi?
In una società che rende complesso l’educare ed in cui sono tanti i particolari a cui il genitore deve stare attento, come genitori siamo spesso soli, presi da molte cose, con ritmi di vita frenetici che non sempre ci scegliamo. Viviamo crisi che richiederebbero un accompagnamento ed una rete sociale e familiare di supporto.

Ma c’è anche una forza nell’esser fragili e pieni di dubbi? 
Personalmente mi spaventano maggiormente i genitori che non hanno dubbi, quelli che amo definire “blocchi di marmo” che sanno sempre cos’è giusto e cos’è sbagliato, che non compiono errori. Il dubbio, nella giusta misura, con la consapevolezza anche delle proprie competenze può portare il genitore ad essere un esploratore dell’educazione familiare.

Cosa vuol dire essere creativi come genitori?
Avere fiducia nelle proprie risorse, non sentirsi arrivati e di fronte ad un figlio aver voglia di comprendere e di sperimentare nuove modalità educative. Essere creativi in famiglia vuol dire andare oltre il proprio punto di vista, essere disposti a farsi spiazzare, entrare in una logica di problem-solving dove la soluzione è solo il punto finale del percorso, ma è il processo, è quanto avviene mentre cerchiamo di affrontare un problema che resta come bagaglio.

Quanto conta la creatività dei genitori?
La creatività aiuta il genitore a non dare per scontato il proprio ruolo ed educa i figli a fare lo stesso. Un genitore che si interroga, che inventa cose nuove per stare con il figlio, per giocarci, per ascoltarlo…educa anche lui a questa modalità. La creatività però non è una qualità che si ha o non si ha. È qualcosa che bisogna nutrire aprendosi al nuovo, confrontandosi con esperienze che aiutino ad interrogarsi; la vita è creatività. Quando ci sediamo, quando decidiamo che non c’è più nulla da fare rischiamo di perdere un pezzo di vita.

Nel libro “Genitorialità creativa” si parla di genitori “in tutti i sensi”. Cosa vuol dire?
Con Giulia Cavalli ci siamo dette che non è sufficiente utilizzare la razionalità ed il pensiero ma si deve utilizzare, lo sguardo, l’udito, l’olfatto, il tatto, il gusto. Le voci dei genitori che abbiamo intervistato ci hanno dato ottimi esempi di questo essere genitori in tutti i sensi attraverso il gioco, l’abbraccio, il riconoscersi attraverso il proprio profumo. Una genitorialità fatta anche con il corpo e non solo con la parola. Alcuni genitori ci hanno parlato anche di un sesto senso... fatto di istinto, di pazienza, di fiducia.

Perché il sottotitolo del libro, dice che è un antimanuale?

Quando alcuni anni fa con Giulia Cavalli abbiamo messo in cantiere questo libro per e con i genitori, ci siamo dette che non doveva essere un manuale che calava dall’alto i propri consigli o che induceva sensi di colpa. Volevamo partire dalla voce dei genitori e dalle loro esperienze scrivendo piuttosto un “antimanuale” che valorizzasse i dubbi, il non trovare subito la risposta giusta, il fare un percorso alla ricerca di nuovi punti di vista.

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