Carnevale di Quaresima
di Aldo Pasquazzo

E' una contraddizione in termini, ma efficace per descrivere il gran finale del Carnevale di Storo, che si è svolto appunto ieri, primo sabato di Quaresima, con 17 carri e quasi 1000 figuranti 


Ieri, in occasione del primo sabato di Quaresima, il Gran Carnevale di Storo - al quale ora manca solo un logo e una propria   maschera personalizzata - ha nuovamente segnato un punto a  suo favore. 
 
Alla sua seconda di stagione (dopo martedì) sono accorse delegazioni e rappresentanze provenienti da Tione, Bleggio, Valdaone, Cultura, Rendena, Tiarno e Roncone. 
 
Una 52esima edizione da incorniciare, che aumenta di pari passo con la crescita e la dimensione dei suoi stessi carri, che stavolta sono stati ben 17 rispetto ai soli 8 della volta scorsa. 
 
Sui carri, come di consueto, scenette a volte satiriche – come quelle degli amministratori di ieri e di oggi tra cascate e cedri in piazza de Comù o in Val d'Ampola, ma sempre di Storo - ma mai imbarazzanti o irriverenti. 
 
Belli da vedere e ricordare i tre carri che martedì hanno occupato  le posizioni di testa: “La Rocca Savana” della Fondazione Zocchi, i Conden con “An po chi an po la” e “Storo El Sheik” di casa Romiti, Coser e Luchini. Poi ancora quelli di seconda fascia “Tus taca cal juke box”, “Ci sarà qualcuno che... “, “Dancing in the zuc lite” e “Leder Wine”.
 
A calamitare gli sguardi anche i gruppi di Storo e Arco di Iris Dance, la cui rappresentanza conta quasi 50 donne e come direttore artistico Fabio Giacometti.
 
Hanno poi fatto la loro comparsa, già in tarda mattinata, anche parecchie maschere in bicicletta, spesso travestite da donna per nascondere, due sole volte all'anno, la propria identità.
190304_Storo_carro_Carnevale.JPG