Inaugurata la panchina rossa contro la violenza
di Federica Ciampone

Simbolo della lotta contro il femminicidio e la violenza sulle donne, la panchina posta in piazza Corradini a Vobarno è stata inaugurata ieri pomeriggio in occasione della Giornata Internazionale della Donna 


Una piazza Corradini illuminata dal sole ha fatto da sfondo, nel primo pomeriggio di ieri, all’inaugurazione di una panchina rossa, simbolo del posto che tante donne occuperebbero se non venissero uccise dal partner, dall’ex fidanzato, dal padre, dal fratello, dall’amico di famiglia – nell’80% dei casi, infatti, l’assassino risulta essere legato alla vittima.
 
Ad aprire la cerimonia il sindaco di Vobarno Giuseppe Lancini, che ha letto ai presenti un piccolo estratto della “Lettera alle Donne” scritta da Papa Giovanni Paolo II nel 1995, parole incise sulla targhetta dorata applicata al dorso della panchina.
 
Dopo l’inaugurazione ufficiale ci si è spostati nella sala riunioni della Biblioteca “La Pigna” per ascoltare la lettura di alcune poesie e brani a tema – a cura delle “Poetenti” dell’associazione “La Rosa e La Spina” di Villanuova e di alcuni presenti - e gli interventi di Antonella Gallazzi, responsabile del Coordinamento Donne Spi Cgil di Brescia, e Giovanna Fucina, operatrice del Centro Antiviolenza Casa delle Donne.
 
Gallazzi ha parlato di una mimosa dolce, ma acre: “Nella Giornata Internazionale della Donna il tema della violenza affiora spontaneamente. Sappiamo che un terzo delle violenze avvengono su donne anziane, ultra settantenni, e si parla non solo di violenza fisica, ma anche psicologica ed economica”. A questi preoccupanti dati si aggiungono anche quelli relativi al cosiddetto “pay-gap”, la disparità salariale tra uomo e donna: il minor salario generalmente corrisposto alle donne si riflette poi anche sulla loro pensione, generando depressione, malattia e tendenza all’isolamento.
 
Il contributo di Giovanna Fucina è stato invece incentrato sulla sua esperienza di operatrice al Centro Antiviolenza, prima presente solo in città e poi esteso, data la vastità della provincia bresciana e la sua alta densità di popolazione, anche a Darfo, Gardone Valtrompia, Salò e Palazzolo sull’Oglio. “E da tempo diciamo che in Valle Sabbia ci sarebbe bisogno almeno di uno sportello antiviolenza – ha commentato – per evitare che chi arriva dall’alta Valle debba per forza recarsi a Salò per ricevere assistenza. Per dare un’idea della situazione attuale, dallo scorso novembre alla fine di febbraio sono state 30 le donne accolte dal Centro Chiare Acque di Salò, senza contare quelle messe in protezione”.
 
A intervallare queste riflessioni alcune poesie di Mariangela Gualtieri, Alda Merini, Antonia Pozzi, Rupi Kaur e altre ancora, alcune irriverenti e di tono leggero, altre molto serie e toccanti, in omaggio alle donne e alle mille lotte e difficoltà che quotidianamente tutte dobbiamo affrontare.

Nelle foto:
- La panchina rossa adornata da una mimosa
- L'intervento del sindaco Giuseppe Lancini
- L'introduzione di Antonella Gallazzi
- L'intervento di Giovanna Fucina
 
 
  
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