La pioggia non ferma i balarì
di val.

Tutti presenti alla messa di primo mattino, i balarì di Bagolino e di Ponte Caffaro hanno danzato fino al pomeriggio e anche per l'esibizione finale con l'Ariosa



La pioggia di ieri, che ha investito Bagolino nel pomeriggio, non ha rovinato la festa dei balarì nel primo degli unici due giorni di danze, quello dedicato a Cavrìl.
Dopo la forzata interruzione fra le 16 e le 19, infatti, col cielo che si è fatto ventoso, ma sgombero di nubi, le cento e passa figure che rappresentano l’aspetto più nobile del Carnevale Bagosso si sono date appuntamento per concludere il lunedì in bellezza, con la danza dell’Ariosa in Piazza Marconi.

Tutto lascia sperare che il tempo resterà buono anche per oggi
, quando i balarì saranno chiamati a danzare per le vie, i “volc” e gli slarghi dell’altra metà del paese, vale a dire Osnà, per poi esibirsi nuovamente la sera con l’Ariosa, finita la quale come gesto liberatorio, tutti si toglieranno il prezioso cappello e la maschera, abbracciandosi perché la festa è finita.

Il campo verrà lasciato libero ancora una volta ai màscher, che portando per le vie le aringhe affumicate, ricorderanno a tutti che  dopo la baldoria è arrivato il tempo della  rinuncia, con la Quaresima.

Quest’anno il periodo di Carnevale, nelle manifestazioni gemelle che avvengono con le medesime modalità sia a Bagolino sia a Ponte Caffaro, è stato particolarmente lungo.
Una tradizione radicata da secoli e che ha visto, a partire già dal lunedì e giovedì dopo l’Epifania, i gruppi di sonadùr esibirsi nei bar e nei locali del paese e solo nelle ultime settimane la comparsa per le strade dei mascher.

Per capire quanto sia importante per i bagossi il loro Carnevale, basta il detto: "Dopo le Sante feste di Natale arrivano le Santissime di Carnevale”.
Una sorta di contaminazione fra sacro e profano che ha il suo momento straordinario il lunedì mattina, alle 6:30, quando l’intera Compagnia dei Balarì è in San Giorgo per la messa, alla quale fa seguito il primo ballo sul sagrato in onore del prevosto don Paolo Morbio, il primo ad offrire loro il corroborante brodo di gallo, necessario, insieme ai grappini, per sopportare poi i due giorni di danze.

Per l'ultimo ballo in Piazza Marconi usando le energie rimaste, esibendosi in uno spettacolo di salti e gesti unico ed imperdibile.

A Ponte Caffaro il programma è simile: messa nella parrocchiale alle 7, prima esibizione sul sagrato, poi il giro delle vie più periferiche del paese, concludendo con l’Ariosa attorno alle 19.30 in via Europa, località Cantarane.
Martedì riprenderanno le danze alle 8.30, con l’esibizione nelle vie centrali del paese. Alla sera la conclusione con l’Ariosa davanti al bar Maggiolino.

Mascher e balarì sono le due facce di una tradizione documentata per la prima volta 500 anni fa.
Si esibiscono con trasporto ripetendo versi e gesti ancestrali per rispettare la tradizione, non certo a scopo turistico.
Nonostante questo, il Carnevale bagosso ogni anno attira schiere di estimatori da ogni dove.

Molti di questi vivono correttamente lo spirito del passato
, altri non ci riescono e per limitarne le intemperanze, da qualche tempo, si è resa necessaria una massiccia presenza di forze dell’ordine.

.la prima foto è stata scattata da David Pasotti, le altre sono state prese da Facebook.

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