Dalla corolla allo stelo
di Lettera firmata

Pochi giorni fa, a Gavardo, è scomparso un ragazzo così si direbbe nel linguaggio di oggi, anche se sarebbe più corretto definirlo un giovane uomo


Era una persona buona, sola, non saprei dire se per scelta, o per un malessere che gli impediva di legare e legarsi ad altre persone.

La comunità in cui viveva si è accorta a malapena della sua scomparsa, perché nessuna pubblicazione lo ha annunciato, credo per sua decisione che come tale va rispettata, e perché la sua esistenza si svolgeva silenziosa e quasi invisibile.

Ciò nonostante, nel completo rispetto delle sue decisioni, mi piacerebbe non cadesse nel vuoto il fatto che alcune persone, pur nei limiti delle vite oppresse e rincorse dalla fretta, gli volevano bene.

Difficile per me che credo di capire la sua vita trascorsa in una solitudine che da forzata diventa abitudine, far capire che quando lo incrociavo da lontano, e da lontano reciprocamente e rispettosamente ci evitavamo, non senza dedicarci uno sguardo che per me era d’intesa, egli era una persona stimata, compresa, a cui volevo bene.

Mi rendo conto di quanto sia inutile, di quanto poco potesse sentire gli effetti del bene che gli veniva dedicato, sempre troppo poco, per capire che la sua vita era preziosa e non scomparirà nel nulla finché ci sarà in giro chi lo ha conosciuto davvero.

Non è stato fortunato, molte sofferenze hanno segnato il suo passaggio tra noi, lui non ha mai dato disturbo a nessuno, non era uomo che riteneva di chiedere e forse, avrà pensato che le sue sofferenze non interessavano che non aveva diritto di chiedere nulla a nessuno.

Ricordano le persone che lo frequentavano, di tanto in tanto, che non era facile estorcergli qualche parola, penso lui osservasse, probabilmente oppresso dalla sensazione di essere di peso, dal sentirsi inadeguato, di non avere nulla da dare.
Io ricordo tempi più felici, in cui da ragazzo ha avuto qualche tempo di felicità e spero avrà avvertito che gli si voleva bene.
Confido che il destino, o chi per lui, gli abbia regalato, infine, il ricordo di quei tempi. Lo spero e forse lo credo.

Ci avresti creduto? Manchi.
Anche se non posso dire il tuo nome, so che non potrai pensare che io stia parlando di altri che di te.

Buon riposo, tutto il tempo che ci separa non è che un soffio, il volo d’un polline dalla corolla d’un fiore, alla terra sotto il suo stelo.


Un tuo amico da lontano
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