«Nelle giornate negative... c'è sempre il rossetto»
di Alessandra Pappaterra

In un’epoca in cui forse troppi sentono il bisogno di manifestare pubblicamente su miriadi di social il proprio credo etico-morale, politico, partitico, religioso o a-religioso, esiste ancora qualcuno che continua a scrivere in sordina


Sul retro di un foglio, su un’agenda, sul frontespizio del romanzo che si sta leggendo, incespicando in dubbiosi ed intimi sensi di inadeguatezza. Pare strano a dirsi ma è così.

Siamo talmente abituati a leggere le memorie giornaliere di perfetti sconosciuti con tanto di postillatura da incorniciare nelle occasioni speciali, che concretamente dimentichiamo quella fetta di persone reali che manifestano una sana gelosia per i propri stati d’animo, per le foto scattate in un pomeriggio qualunque, in compagnia di persone importanti, per i luoghi lontani custoditi solo in qualche anfratto di ricordo, nell’eco di un sapore, di un profumo, di una brezza improvvisa.

Esistono ancora quelle persone che non sentono il bisogno di “condividere” le proprie emozioni, ma le mandano giù con un’altra e mai ultima boccata di sigaretta, con quel cucchiaione di Nutella, assaporato nel brivido di un secondo, a cui segue quell’irrefrenabile senso di colpa.

Esistono ancora le donne che prima di iniziare l’ennesima giornata “uggiosa” stendono accuratamente quel rossetto tanto in contrasto con lo stato d’animo. Quello pagato forse troppo, ma acquistato in un sabato di shopping frenetico, consolatorio, ma soprattutto terapeutico, perché come recita Rebecca Bloomwood in I Love shopping: “because when I shop the world gets better and then it’s not anymore” (quando compro il mondo sembra migliore, e subito dopo non lo è più).

Esistono ancora quelle donne che intravedono e manifestano una nota di sana e utile vanità per non soccombere alla monotonia ordinaria, alle epifanie mancate, alle delusioni devastanti.

Lo affermava con sobria eleganza anche Audrey Hepburn: “on a bad day there is always lipstick” (in un giorno negativo c’è sempre il rossetto) parafrasando, con molta probabilità, una delle battute più famose del suo personaggio Holly Golightly in Colazione da Tiffany: “A girl can't read that sort of thing without her lipstick” (una ragazza non può leggere certe cose senza il suo rossetto).
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