Dalla parte del cane 3
di Rhapsody

L’uomo si è ritrovato a 10 centimetri da me, stranamente mi ha accarezzato la testa fino al collo ma poi mi ha preso per il pelo del dorso e ha cominciato a tirare e a dire parole incomprensibili...


(Parte 1)
(Parte 2)

Mi sono girato di scatto per liberarmi ma aveva la presa talmente forte che non ci sono riuscito, sentivo le sue dita nella carne e più provavo a liberarmi e più mi facevano male.
Con l’altra mano mi ha preso il muso e l’ha stretto come in una morsa, temevo che mi si potessero rompere le ossa, dalla mia bocca usciva del sangue, questa volta il mio.

Subito l’uomo mi ha tirato un pugno in mezzo agli occhi, non avevo mai provato un dolore così forte e sono caduto a terra.
Mentre provavo a rialzarmi per scappare, l’uomo ha subito preso un bastone che era lì per terra e ha cominciato a picchiarmelo sulla schiena.

Mentivo. Il dolore più forte è stato quello del bastone sul mio dorso.
Cadevo e ricadevo. Piangevo, ma lui non smetteva. Quelle bastonate mi sembravano infinite e io non ce la facevo più, non riuscivo più a muovermi né reagire, stavo per addormentarmi.

Ad un certo punto ha smesso e mi ha puntato il bastone sulla parte morbida della gola, mi stava togliendo il respiro e io non potevo più fare niente. Improvvisamente, mentre mi si stavano chiudendo gli occhi, è comparsa in giardino la donna piena di borse.
Nel vedermi è rimasta allibita, ero sdraiato per terra su un lato con la lingua fuori, il pelo sporco e ferite insanguinate molto evidenti.

Ha cominciato ad urlare e ha subito attaccato l’uomo cercando di scansarlo, nel frattempo il bambino era rimasto in casa, non so se avesse sentito tutto o meno.
Cosa avrebbe potuto fare? Forse reagire per difendermi ma è così piccolo e gracile in confronto all’uomo, le avrebbe prese anche lui se si fosse messo in mezzo. Non gliene faccio una colpa, non aveva scelta.

La donna si è scagliata sull’uomo che mi stava mandando all’altro mondo, ha provato a togliergli il bastone ma con scarsi risultati.
Finalmente l’uomo ha mollato la presa, ho fatto un sospiro di sollievo perché forse ce l’avrei fatta a rialzarmi.

La donna e l’uomo stavano urlando, non vedevo bene, era tutto sfocato e i suoni mi rimbombavano nelle orecchie, nel caos mi sono addormentato. Al risveglio c’era la donna che parlava al telefono mentre mi stava lavando con uno straccio ormai zuppo di sangue, l’uomo non c’era e nemmeno il bambino, riuscivo ad intravedere quest’ultimo dalla finestra della cucina che piangeva.

Avrei voluto essere con lui per riempirlo di baci e non farlo sentire triste ma non avevo la forza per alzarmi e nemmeno per alzare del tutto le palpebre.

(continua)

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