La magia della notte della Stella
di Redazione

Stasera – vigilia dell’Epifania – come da consolidata tradizione in Valle Sabbia e nell'Alto Garda, i cantori della Stella annunceranno l’arrivo dei Re Magi intonando di contrada in contrada i loro canti 


Questa sera - 5 gennaio - all’imbrunire, i gruppi di cantori della Stella cominceranno il loro consueto itinerario di contrada in contrada nel proprio paese, per annunciare con il canto l’arrivo dei Re Magi. 
 
Quest’antica tradizione della vigilia dell’Epifania, un tempo diffusa per tutto l’arco alpino, dal Canton Ticino ai confini ungheresi, comprendendo l’Austria e le terre boeme, è ancora molto radicata in Valle Sabbia e nell’Alto Garda, dove quasi in ogni paese è presente un gruppo del canto della Stella, e in alcuni centri più grossi, come a Vobarno, anche più d’uno. 
 
La tradizione è antichissima e risale alla metà del Cinquecento, in piena Controriforma: all’origine dei canti vi sarebbero alcune “Laudi spirituali”, canti religiosi risalenti ai secoli XV e XVI. I legami tra questi testi e i canti della Stella sono molto evidenti. 
 
La tradizione sarebbe nata per volontà della Chiesa per contrastare l’avanzata della Riforma protestante, la quale metteva in discussione il culto dei Santi e, fra questi, dei Santi Re Magi.
 
In alcuni paesi permane anche l’usanza, durante il cammino, di raccogliere offerte, che vengono destinate in beneficenza; un tempo erano anche prodotti alimentari da devolvere alla parrocchia o ai bisognosi.
 
Per scaldarsi, nel pellegrinare di borgo in borgo, viste le temperature rigide di inizio gennaio, è d’uso per i cantori bere vin brulé o brodo caldo. A tarda notte, dopo aver compiuto il giro di rito, ai cantori viene offerta una cena, spesso a base di polenta tiragna.

Nella foto il gruppo della Stella di Anfo
 
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