Le rubano il «cell», ma nessuno interviene
di val.

Il racconto di una 19enne di Salò alla quale in una discolteca della zona hanno scippato il telefonino: «Mi sono rivolta ai bodyguard indicando chi era stato, ma quelli hanno solo fatto finta di occuparsene»


L’episodio risale alle prime ore del mattino della notte fra venerdì e sabato scorso.
Elisa (il nome è di fantasia, il resto no), 19enne residente a Salò, era uscita un attimo nella zona dedicata ai fumatori, all’esterno dei locali, ma sempre un’area di pertinenza della discoteca.

Questa la sua testimonianza:
«Stavo rientrando col telefonino in mano e ho incontrato un gruppo di ragazzini che mi sono passati accanto – ci ha detto -. Me ne sono accorta solo dopo pochi passi che il telefonino non c’era più: potevano essere stati solo loro.

Subito mi sono rivolta al bodyguard
che ha fermato quel gruppo di ragazzini, ha semplicemente chiesto loro se avessero preso quel cellulare e basta. Ovviamente quelli gli hanno detto di non e tutto è finito lì. Non mi è restato altro da fare che, il giorno dopo, recarmi in caserma a Salò a sporgere denuncia».

«Così però non va bene – conclude Elisa -. Se il bodyguard li avesse perquisiti, quei ragazzi, sono convinta che il cellulare sarebbe saltato fuori. In questo modo invece credo che quei ragazzini, sentendosi impuniti, possano continuare a fare anche di peggio».

Fin qui il racconto, che porta ad alcune considerazioni.
I Carabinieri salodiani ora faranno quel che possono. Difficile però a questo punto che quel telefonino possa essere recuperato ed impossibile che possano stabilire chi si è reso responsabile del furto.

Ma quel bodyguard ha agito regolarmente?

Sì, nel senso che non avrebbe avuto la facoltà di perquisire quei ragazzi.

No perché di fronte ad un’indicazione così precisa, chi si occupa di servizio di vigilanza in un locale aperto al pubblico, avrebbe dovuto bloccarli e chiamare i carabinieri: i militari sì avrebbero proceduto alla perquisizione, forse anche al recupero del maltolto.

Certamente i carabinieri avrebbero proceduto all’identificazione degli elementi di una potenziale “baby gang”: e dai oggi e dai domani, quei ragazzini che si muovono a frotte combinando guai, se non “attenzionati” a dovere, domani possono diventare pericolose bande di delinquenti.

E’ successo così in molte altre occasioni, anche nella nostra provincia, con gruppo di ragazzini dediti al furto e al taglieggiamento: conta poco che fossero italianissimi, di origine straniera o a gruppi misti, si sono fermati solo quando i carabinieri sono riusciti a coinvolgere le loro famiglie, oppure a raccogliere elementi sufficienti per portarli davanti a un giudice del Tribunale dei minori.

L’esuberanza adolescenziale ha bisogno di “paletti” e subito, perché non possa trasformarsi in devianza criminale.

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