La mamma di don Lorenzo, il Campo Emmaus e una poesia
di John Comini

Questa mattina l’amica Ceci di Villanuova mi ha detto che è andata in Paradiso la signora Lina, mamma di don Lorenzo Bacchetta. Mando un grande abbraccio al simpatico don Lorenzo 


Sono certo che conosce le parole di Sant’Agostino: “Se mi ami non piangere, se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine, tu non piangeresti… La morte non è niente, sono passato dall’altra parte come se fossi nascosto nell’altra stanza… Io sono sempre io e tu sei sempre tu: quello che eravamo prima lo siamo ancora. Prega, sorridi, pensami, non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene, asciuga le tue lacrime e non piangere se mi ami, il tuo sorriso è la mia pace.”
 
Caro don Lorenzo, ti siamo tutti vicini con la preghiera. La tua mamma sarà stata certamente orgogliosa di avere un figlio sacerdote! Adesso ti aiuterà dall’alto, ti sarà sempre vicino.
 
Cambiando discorso. Monsignor Italo l’ha detto domenica scorsa ed ora c’è un avviso alla porta della chiesa: quest’anno il Campo Emmaus  non si farà. È sospeso: ragioni di sicurezza. Giusto, tutto giusto. I problemi della sicurezza sono importantissimi, e se succede qualcosa poi ci va di mezzo chi organizza. Ma nel cuore rimane una grande tristezza, che non se ne vuole sapere di andar via… 
 
Il Campo Emmaus è sempre stato un momento importante della vita dell’oratorio. Attraverso la raccolta di ferro, carta, vetro, stracci, cose da buttare, si privilegiavano tre momenti essenziali dell’educazione: l’aggregazione tra ragazzi e ragazze, l’incontro con persone che aprivano solai e magazzini alla ricerca delle cose inutili e l’educazione ambientale al riciclo. Insomma, le cose inutili diventavano utilissime. 
 
Lo so che sui carri dove raccogliere gli scarti è pericoloso salirci, lo so che bisogna stare attenti alla strada ed alla sicurezza. Ma quando vedevi passare questi ragazzi allegri, coi loro giacconi variopinti e le voci scanzonate, il grigiore del paese si trasformava in un arcobaleno di vita, di voglia di stare insieme, di allegria e –perché no?- di sguardi innamorati e di “stupidéra”. 
 
E poi, tramite la celebrazione della Messa, si offriva al Signore una giornata diversa dalle altre, anche pensando al nostro mondo che butta via il superfluo scordando quelli che non hanno il necessario.
 
I giorni del Campo Emmaus sono un tempo prezioso, una porta spalancata al sorriso, alla riflessione, un momento forte in cui gli adolescenti si prendono le prime responsabilità adulte della propria vita, diventando consapevoli dei valori ai quali sono stati cresciuti e dando il meglio di sé, gratuitamente, ognuno secondo i propri talenti.
 
Il Campo Emmaus è una via privilegiata per educare alla vita buona del Vangelo. È giusto, anzi, doveroso rispettare le mille leggi sulla sicurezza. Ma forse, in questi tempi in cui sembra che il mondo vada a rotoli, in cui gira solo odio e incomprensione, in cui il rispetto dell’ambiente è un concetto vano, forse bisogna trovare la forza di ripensare al mondo che vorremmo per i nostri ragazzi. 
 
Altrimenti per loro tanto vale restare chiusi in casa, con lo smartphone sempre acceso, fregandosene degli altri e avendo paura di tutto. Meditate, gente, meditate.
 
E siccome non voglio finire “in amarezza”, vorrei concludere citando un bellissimo testo che la mia amica Doni ha letto in occasione del funerale di suo zio, il signor Giacomo Avanzi. Scriveva poesie, anche in dialetto, e queste sono “parole in libera uscita di un vecchio nonno” . Si intitola “Buon Natale”.
 
“È arrivato presto NATALE, quest’anno!
La sera ha lasciato il posto alla notte:
la Notte Santa, la Notte della Speranza.
I canti, la Chiesa, i ceri accesi, il profumo
d’incenso, il volto di tante persone care,
le corse per le strade innevate del vecchio borgo…
Si affollano i ricordi…quante Notti Sante…
Quanti Natale sono passati…
E sì, figlioli e nipotini miei, sono tante e tanti…
E sono passati…

Sul Natale vi ho donato alcune poesie:
Maria, Giuseppe, i pastori, la stella di ghiaccio,
il presepe con Gesù Bambino ecc.
ma questa notte non mi è venuta la poesia,
solo questo piccolo pensiero.
A voi Genitori e figli miei: siate uniti, siate giusti,
con voi stessi e con i vostri figli.
Siate orgogliosi di loro!...Parlate con loro!...
Specchiatevi nei loro occhi, siate d’esempio
e che l’armonia dimori sempre nelle vostre case.
E voi bambini, amateli i vostri Genitori:
vi hanno donato la vita!...

Siate pazienti e non lasciate morire il giorno
senza avere imparato qualcosa di nuovo.
E poi, certo, non dimenticate i nonni, magari
un po’ brontoloni, e tutti i vecchi,
specialmente quelli che ogni giorno
portano a spasso la “Signora Solitudine”.
Se li vedete seduti in disparte, avvicinatevi,
spendete un sorriso ed una parola buona…
Si accontentano di poco e a voi non costa niente.
Se il loro cammino è difficile,
accompagnateli e, con pazienza, ascoltate
l’immancabile storia del loro tempo andato.
E ricordatevi sempre che loro, magari,
vedono poco davanti, ma tanto dietro!...

Non si aspettano regali da voi!
Voi, siete il regalo più prezioso!
Se dai loro occhi scappa una lacrima,
si commuovono facilmente, asciugatela…
A volte si può piangere anche di felicità!...
Che l’amore, la sapienza, l’umiltà, l’onestà e,
perché no, anche la felicità Vi siano compagne
per i giorni a venire.

Buon Natale a tutti!

Ricordate sempre questa massima:
Cerca l’amore… e sarai forte!
Cerca l’umiltà… e sarai grande!”.
 
Grazie signor Giacomo. E grazie ai ragazzi ed alle ragazze che dedicano un po’ del loro tempo prezioso alle persone anziane o sole…
 
Ci sentiamo la settimana prossima a Dio Piacendo…
Maestro John
 
Nelle foto:
- Don Lorenzo circondato da amici il giorno del suo sacerdozio
- Nelle altre foto dell’amico Beppe Leni (che saluto!) alcuni momenti della vita dell’oratorio anni 70/80 (in una c’è il mitico don Flavio)
 
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