Sulla Rsa «La Memoria»
di Angela Elisa Maioli

In merito alle vicende che hanno interessato la casa di riposo gavardese, dice la sua anche l’ex assessore Angela Elisa Maioli


Egr. Direttore,

Dopo avere letto numerose prese di posizione e altrettante risposte da parte di alcuni organi competenti in merito alla situazione verificasi nella casa di riposo gavardese “La Memoria”, colgo l’occasione della sua disponibilità per aggiungere brevemente alcuni (secondo me significativi) aspetti e motivazioni che hanno contraddistinto questa vicenda fino ai recenti sviluppi.

In primis ritengo che il progetto messo in campo dal precedente C.d.A. fosse assolutamente megalomane! Questo progetto sarebbe costato, a giochi fatti, una cifra abnorme! Si stimavano circa dodici milioni di euro. È pur vero che l’edificio che ospita la casa di riposo necessita di un corposo intervento di ristrutturazione, ma ritengo che si poteva studiare un progetto con un impatto economico più sostenibile per il bilancio della Fondazione. 

In secondo luogo: l’ampliamento avrebbe portato all’aumento della capienza di circa 40 posti. Considerando il momento attuale e la difficoltà di accreditamento, difficilmente Regione Lombardia avrebbe aumentato a sua volta di 40 unità i posti accreditati. Magari in futuro, ma nella contingenza cosa sarebbe successo? La risposta è scontata: il “soggiorno” si sarebbe rivelato particolarmente salato per i nuovi ospiti. Ricordo che lo scopo della Fondazione è quello di sostenere le politiche per la terza età, non di svolgere azione imprenditoriale nell’assistenza agli anziani. E credo che questo principio, che è fiore all’occhiello di questa realtà, debba essere quello che ne ispira le scelte, a maggior ragione quelle strategiche. 

Capitolo personale: sono stati assunti un direttore e una figura che svolge il ruolo di assistente sociale: queste due nuove figure sono entrate a fare parte del quadro occupazionale della struttura appesantendo notevolmente il costo del personale. Nulla mi permetto di affermare sulla professionalità di queste figure, ma anche le scelte occupazionali devono, nel caso di una Fondazione, tenere conto di tutti gli aspetti, primo quello relativo al contenimento del costo del personale. E’ vero che non si tratta di una pubblica amministrazione, ma deve, a mio parere, ragionare allo stesso modo poiché eroga un pubblico servizio.

Infine il tema delle procedure. Ho voluto approfondire la questione con un consulente legale amministrativo, dopo avere avuto chiarimenti anche dal segretario comunale: se questo progetto di ampliamento si fosse attuato, avrebbe dovuto sottostare al codice degli appalti. È chiaro ai cittadini, figuriamoci agli amministratori della Fondazione! È una garanzia di onestà e rispetto delle procedure che è richiesta sempre, ma diventa obbligatoria sia formalmente che moralmente quando in gioco ci sono strutture che svolgono un servizio pubblico e che per svolgere quel servizio utilizzano denaro pubblico (il contributo regionale non è certo privato!).

Mi chiedo: come può un consiglio di amministrazione
non tenere in considerazione questo principio? La risposta è unica: quel consiglio era in confusione totale! Tanto da avere dubbi anche sulla natura giuridica della Fondazione, che implica questo tipo di procedure. Come rappresentante istituzionale non avrei mai potuto approvare in consiglio comunale un progetto di questo genere, ben sapendo che, fra l’altro, un’approvazione avrebbe significato trasgredire la legge, come appare ben chiaro nel codice degli appalti pubblici.

Al termine di queste mie considerazioni ne esprimo una su tutte: gli ospiti di questa struttura quanto avrebbero dovuto pagare per far fronte a rette che sarebbero lievitate di molto per coprire i costi dell’ampliamento e quelli aggiuntivi? Perché alla fine dei giochi questa scelta sarebbe ricaduta proprio sull’utenza finale.

Confido nella Commissaria e nel nuovo C.d.A. per scelte più lungimiranti e in linea con la gloriosa storia della nostra Fondazione, pur sottolineando con rammarico che all’interno di questo consiglio non siede neppure una figura femminile.

Angela Elisa Maioli
Già assessore del Comune di Gavardo

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