A Bondone ritorna l'antica festa dell'Immacolata
di Gianpaolo Capelli

Dopo le feste “De la Madona de setember” a Bondone già da giorni le campane squillano a festa, per l'altrettanto importante festa, quella “De l'Nmacolato”


Dopo le feste “De la Madona de Setember” a Bondone già da giorni le campane squillano a festa, per l'altrettanto importante festa, quella “De l' Nmacolato” dell'Immacolata del 8 dicembre, festa anche del ringraziamento per i carbonai che proprio a fine novembre avevano fatto ritorno al natio paese, dopo otto mesi di duro lavoro in montagna con tutta la famiglia.

Negli anni ‘50 Bondone contava oltre 700 abitanti, deserto in estate, al rientro in paese tutto si rianimava: la convivialità la faceva da padrone. Stufi di bere acqua, le tre osterie erano frequentate fino ad ore piccole, allora non esistevano orari di chiusura e le donne invece di aspettare gli uomini a casa si accasavano all'entrata del locale e i mariti le addolcivano con qualche bicchierino di “millefiori o anice” fino a quando non avevano finite le interminabili partite alla “mora”, che chi perdeva la bella, doveva pagare tutto il conto...e i soldi erano pochi e allora discussioni a non finire. Quando si rientrava a casa spesso a qualcuno veniva l'idea di fare una polenta in compagnia alle prime luci dell'alba, ma mancava la farina: nessun problema si dava la sveglia all'oste Martino, che era appena andato a dormire battendo sulla porta della bottega, finché apriva.

La festa dell'Immacolata era attesa da tutti con preghiere e suppliche alla Beata Vergine bisognava ringraziare la Madonna per gli scampati pericoli corsi in montagna, pochi gli incidenti mortali capitati negli anni: la balaustra era piena dei lunghi ceri, tanti che bruciavano per giorni davanti alla Statua., in ringraziamento delle grazie ricevute. La bella statua linea di Giovane Donna, scolpita dagli artisti gardenesi, viene tolta dalla nicchia ed esposta alla pubblica venerazione, come la “Madono dal bambi' en bros” di settembre.

Il percorso della processione è lo stesso: partenza dalla chiesa fino alla “Santela” di Plos, dove passa la strada vecchia per Bondone e dove lì sotto sono seppelliti i carboner deceduti durante la peste del Manzoni del 1600.Ritorno alla chiesa passando per il centro del paese. Anni fa a mettere “al'encant” all'asta a settembre erano gli uomini, a dicembre tassativamente le donne, quando le donne erano tante, disfide all'insù con le poche lire che potevano racimolare.

Ritornando alla Bondone popolosa, dopo la processione, i carboner si trovavano nelle osterie a contrattare “a cordà” a fare i contratti con i padroni venuti dal Trentino e dal Bresciano per assicurarsi a buon prezzo le famiglie più numerose per la stagione a seguire.

Tante le persone che arrivavano dai paesi vicini, per vedere se riuscivano a farsi la “muruso”, la fidanzata, con le tante “matele” giovani donne da marito: la famiglia più frequentata era quella del “Picol” ben sette carbonere bellissime da marito. Per la festa ritornavano al paese anche tante ragazze che erano “per serva” cioè a fare le inservienti a Milano, quindi la scelta aumentava e tanti amori sono sbocciati sotto la protezione dell'Immacolata.

Anche ai giorni nostri la devozione dei pochi abitanti è la stessa e a dar man forte alle poche donne ci pensano i giovani ad aiutare a portare l'Immacolata, accompagnata anche da tanta gente che viene da fuori: don Andrea Fava parroco della comunità Madonna dell'Aiuto, guiderà la processione accompagnato dal coro di Bondone, partendo dalla chiesa Natività di Maria alle ore 14.30.

                    
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