A gennaio un confronto in Regione
di Redazione

Lo ha annunciato l’assessore regionale al Territorio che incontrerà i sindaci del Lago di Garda e del bacino del fiume Chiese e i referenti degli Ato per giungere ad un progetto condiviso


Intorno a metà gennaio
si terranno le prime riunioni con i Sindaci del Lago di Garda, del bacino del fiume Chiese e con i referenti degli ATO di questi territori, sul tema della depurazione delle acque e del collettamento idrico di queste aree.
Lo ha affermato l’Assessore al Territorio, Pietro Foroni, dopo che in Consiglio regionale erano state presentate tre mozioni sull’argomento. Il tema è d’attualità da diversi anni e la localizzazione degli impianti che dovrebbero depurare l’area non è ancora stata decisa. Esiste al proposito uno studio commissionato all’Università di Brescia, le cui conclusioni non sono però ancora  a disposizione degli Enti locali.

In tutte le mozioni che erano state presentate (d’iniziativa, rispettivamente, dei Gruppi M5S, Lega, Fi, mentre il Pd ha ricordato di avere presentato a sua volta un documento sull’argomento, lo scorso anno) ricorre la richiesta di un confronto con i territori e della creazione di una “regia” comune per giungere ad un progetto condiviso. In ragione dell’impegno dell’Assessore ad avviare i tavoli già a gennaio, le mozioni sono state quindi ritirate.

In relazione alla mozione discussa in Consiglio Regionale sul tema del collettamento e della depurazione della sponda bresciana del Lago di Garda, il Consigliere Regionale Gian Antonio Girelli così commenta: "Il Partito Democratico non ha presentato mozioni sul tema perchè ne ha già presentata una nel 2017 e anche recentemente ha sollevato la questione in commissione. Questo perchè il tema in oggetto è una emergenza vera e propria riconosciuta da tutti e che insiste in un territorio di pregio e significativo con una sua articolata complessità ambientale, economica e sociale. L'opera, di cui per altro non esiste ancora un progetto vero e proprio, ha già ricevuto dal Governo Gentiloni un finanziamento di 100 milioni di euro.

E' ancora più necessario che Regione Lombardia si faccia carico di una regia che sappia decidere celermente quale progetto sia migliore per affrontare le soluzioni tecniche del sistema di depurazione che garantiscano in tempi certi le soluzione del problema, il minor impatto ambientale e una solida prospettiva futura di tranquillità. Per fare questo è necessario appunto che Regione si interfacci e realizzi un tavolo con tutti i soggetti istituzionali e non cominciando dagli enti locali e dalle province sia del lago che limitrofi e interessati."

 “Si tratta di un’opportunità per unire le forze – è il commento del vice Capogruppo della Lega Froriano Massardi – e lavorare per giungere ad un obiettivo, questo perché al momento si riscontra una preoccupante mancanza di notizie certe sul destino dell’impianto in questione.

Ai comuni infatti non è ancora stato concesso l’accesso agli atti per esaminare la documentazione prodotta dall’Università degli Studi di Brescia rispetto alle 6 alternative prospettate. Una mancanza di trasparenza che lascia il sottoscritto alquanto perplesso, specie perché in gioco c’è l’ecosistema della Val Sabbia. 

Come lascia perplesso l’idea che il corpo recettore sia proprio il fiume Chiese, che già subisce il peso di impianti preesistenti cui andrebbe a sommarsi il collettore dell’Alto Garda. Chi conosce questo fiume infatti sa bene come esso tragga l’acqua dal lago di Idro e che già oggi, per diversi mesi all’anno, dopo Calcinato, il fiume risulti in secca. Non possiamo quindi permetterci di andare a sovraccaricare un bacino che presenta questo genere di criticità, senza contare che la minima portata del fiume andrebbe a coincidere con la massima portata del collettore nei mesi estivi, se si considera l’aumento esponenziale di turisti che vive il lago di Garda”. 

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