«Se tutto va bene»
di Ubaldo Vallini

Lentamente, comunque facendo dei passi in avanti di mese in mese, procede l'iter per la realizzazione della Variante di Lavenone. Se tutto va bene, i lavori prenderanno il via entro il 2019



Se tutto va bene, il 2019 potrebbe essere l’anno buono per vedere le ruspe al lavoro nel realizzare la Variante alla 237 del Caffaro, nel tratto fra Vestone Nord e Idro.

«Se tutto va bene», mette le mani avanti Giovanmaria Flocchini, il presidente della Comunità montana, al quale abbiamo chiesto se a riguardo ci sono delle novità.

Infatti, se è risaputo che i tempi per realizzare opere pubbliche sono terribilmente lunghi, quelli che dovrebbero portare alla costruzione dei pochi chilometri di strada che permetteranno di bypassare Lavenone appaiono eterni.

Dopo il biennio 2016-17 trascorso da parte della Provincia di Brescia a valutare appalti e ad attendere gli esiti dei ricorsi sulla loro assegnazione, sembrava che il 2018 potesse essere l’anno buono per vedere le prime ruspe in azione.

Invece, anche dopo il pronunciamento dei giudici e l’assegnazione in via definitiva dei lavori al raggruppamento di imprese (Rti) formato dalla capofila Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna e dalla Giudici Spa, non tutto è filato liscio.

«Regione Lombardia, per potersi pronunciare con un parere sulla Valutazione di impatto ambientale, ha chiesto alla Provincia di Brescia alcune integrazioni sul progetto definitivo e quest’ultima a sua volta ha voluto del tempo in proroga per poterlo fare - ci dice Flocchini, che dalla Comunità montana segue l’iter passo passo -. Una volta che la Regione avrà detto la sua, toccherà alla CMC di Ravenna, nel giro di qualche mese, predisporre un progetto esecutivo e dare l’avvio ai lavori.
Insomma, in estate del prossimo anno dovremmo essere in dirittura d’arrivo e cominciare a fare i conti coi tre anni di tempo che avrà l’impresa per consegnare i lavori».

Il “se tutto va bene” è d’obbligo.
Se è vero che non sono più possibili ricorsi per l’aggiudicazione dell’appalto, infatti, fra le criticità potrebbe esserci il fatto che a Milano l’iter è piuttosto complesso ed il parere lo dovranno dare diversi assessorati: Paesaggio, Ambiente, Trasporti... e non è detto che tutto possa filare liscio.

L’opera costerà 55 milioni di euro
, per metà messi a disposizione dalla Provincia autonoma di Trento e l’altra metà dalla Regione Lombardia.
Si prevede la realizzazione di due tunnel lunghi uno un chilometro e l’altro 400 metri, due viadotti sul Chiese e due “rotonde”: una in località Gargnà a nord di Vestone, l’altra in prossimità delle paratoie del lago d’Idro.

Questa seconda rotatoria servirà anche per indirizzare il traffico sul nuovo ponte che costerà altri 4,5 milioni di euro ed oltrepasserà l’incile del lago.
E’ questa una soluzione molto attesa a Idro: il vecchio ponte sta mostrando segni inequivocabili di cedimento e l’attuale stretta immissione del traffico ad angolo retto sulla 237 del Caffaro, soprattutto nelle ore di punta o in estate col viavai dei turisti, è diventata ormai insostenibile.

.in foto: Lavenone, repertorio


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