Sfogliando l’album delle favole sportive, però, scopriamo degli altri bianconeri che ne hanno fatto parte, anche se giusto il tempo di una stagione.

Le storie in realtà sono due, o per meglio dire lo erano prima di fondersi, con una a portare i colori sociali e l’altra il blasone. 
 

Da una parte l’Alzano, squadra di Alzano Lombardo, una vita nelle categorie dilettantistiche; dall’altra la Virescit Boccaleone, squadra di un quartiere bergamasco, che dal nulla arrivò persino a giocarsi la promozione in B nel 1988 (perdendo 2 a 0 con la Reggina). 

Nel 1993, per motivi vari arrivò la fusione e di conseguenza la nuova vita: nasceva l’Alzano Virescit.
 

Da lì ebbe inizio una bella scalata che dai Dilettanti (categoria da cui ripartirono) fino alla C1, con mister Foscarini al timone, li portò fino alla vittoria della Coppa Italia di categoria, giocando diversi bei campionati nell’attuale Lega pro. 
 

Nella stagione 99-00 fu addirittura serie B, anche se durò solo il corso di una stagione, ma che significò derby contro la blasonatissima Atalanta e partite in casa all’“Atleti Azzurri”. 
 

In rosa il futuro campione del Mondo, Simone Barone, l’ex bandiera atalantina Armando Madonna, Alex Calderoni (che atalantino lo sarebbe diventato da lì a breve) e l’esperto Matjaz Florijancic in coppia col bomber Ferrari (capocannoniere della squadra con 12 reti). 
 

Al ritorno in C1 l’anno seguente, complice un ripescaggio, i bergamaschi riuscirono a fatica a mantenere la categoria. Una stagione più tardi, dopo il play off perso, la C2 non vide mai l’iscrizione, coi bianconeri di conseguenza radiati.
 

Ascesa e declino di una bella, anche se poco longeva, storia calcistica: quella dell’Alzano Virescit, “figlio” dell’Alzano e della Virescit Boccaleone. 

Una favola semplice, passata forse in sordina, che parla di altri bianconeri e di un calcio che forse non esiste più.