Boschi disastrati, come intervenire?
di Emanuela Lombardi
Se la normale gestione di un bosco è già di per sè complicata, figuriamoci quando centinaia di ettari di territorio sono stati sconquassati come è avvenuto nei giorni scorsi. Come fare? Ce lo dice l'esperto
L'ambiente montano è stato sconquassato e oltraggiato dai violenti eventi meteorici.
Tempeste di questa potenza si verificano già da tempi immemorabili, e il bosco, data la sua naturale esposizione, ne viene sempre colpito in modo più o meno intenso.
Generalmente ogni autunno avviene qualche schianto, piccole trombe d'aria allettano pozioni di 2-3 ettari di bosco, qualche torrente esonda, piccole frane interrompono la viabilità.
A questi danni, di carattere puntuale, cui ormai abbiamo preso l'abitudine, gli interventi di ripristino sono solerti e programmati; di fatto gli Enti preposti hanno nel loro bilancio capitoli di spesa costanti per il dissesto idrogeologico.
Tuttavia scorrendo i dati metereologici scopriamo che negli ultimi decenni è aumentata la frequenza delle tempeste, così come l’intensità dei venti che interessano intere vallate montane .
Lo scenario attuale lascia supporre che, in futuro, l’ammontare dei danni tenderà ad aumentare: si prevede un ulteriore trend al rialzo delle temperature medie, associato a un aumento della frequenza di temperature estreme.
Periodi di calura e siccitosi che comportano, tra l'altro, un indebolimento dei popolamenti ancora indenni soprattutto alle quote maggiori ove le conifere la fanno da padrone, favorendo il moltiplicarsi di parassiti, in particolare degli scolitidi.
Le esperienze degli ultimi decenni indicano che in presenza di grossi danni da trombe d'aria sorgono anche problemi relativi alla tutela del bosco, al dissesto del suolo soprattutto nelle aree molto acclivi o con substrato roccioso incoerente, alla sicurezza lungo la viabilità principale e secondaria a carattere pubblico come le strade forestali, i sentieri e i percorsi escursionistici che sono considerati come vie di comunicazione pubbliche.
Infine, ma non per importanza, la sicurezza del privato che si trova ad avere un appezzamento di terreno boscato completamente divelto.
Purtroppo in situazioni del genere la statistica indica che durante l’allestimento del legname come il distaglio delle ceppaie sradicate e il taglio di alberi appoggiati o piegati provocano sovente degli incidenti.
A tutto questo si aggiunge il danno economico per il crollo del mercato del legname.
Cosa fare? come procedere per affrontare l'emergenza.
Le procedure d'emergenza sono collaudate ed attive da tempo, mentre più articolate sono le procedure e le modalità per la messa in sicurezza dei luoghi.
La Regione Lombardia e le Comunità Montane già sono all'opera per inquadrare e quantificare i danni.
In questi giorni i Comuni si sono attivati nel chiedere ai propri cittadini di comunicare i primi dati indispensabili per una futura programmazione: numero dei mappali catastali dei boschi o dei manufatti colpiti dall'evento meteorico.
Dati che saranno comunicati alle Comunità Montane e che a loro volta li inoltreranno alla Regione affinchè possa sbloccare le necessarie risorse economiche.
A questo punto è però necessario affinare la conoscenza dei danni per poter avere i dati per una corretta programmazione dei lavori .
L'Amministrazione pubblica dovrà impostare indirizzi e direttive efficaci e coerenti con i territori colpiti.
Le problematiche avvertite sono:
- La gestione delle aree boscate private;
- La gestione delle are boscate pubbliche
- La commercializzazione del legname
- La ricostruzione del territorio
L'inventario dei danni dovrebbe contenere le informazioni sulla superficie del danno, la stima del legname abbattuto , il tipo di danno, se esteso, sparso o puntuale , le specie arboree interessate , la proporzione tra conifere e latifoglie, l'eventuale stima quantitativa del legname da lasciare in bosco, le condizioni di proprietà (quantità di legname colpito nel bosco pubblico e privato); danni a boschi di particolare interesse pubblico (boschi di protezione / riserve forestali).
Per pianificare e organizzare i lavori di ripristino è raccomandabile conoscere se trattasi di alberi sospinti, sradicati o spezzati, se il contatto delle ceppaie al suolo è buono o scarso, una stima della ripartizione degli assortimenti, le possibilità di esbosco del legname attraverso sentieri o piste forestali, o la necessità di installare teleferiche o addirittura se necessario ricorrere all’elicottero.
Procedere poi alla stima delle utilizzazioni nel bosco di protezione e delle utilizzazioni con relative copertura dei costi. Indispensabile è anche capire se trattasi di un bosco acclive su substrato incoerente e quindi l'eventuale necessità di realizzare opere di protezione aggiuntive come paramassi, paraslavine o altri manufatti..
Per la commercializzazione del legname sarà necessario smerciare efficientemente grossi quantitativi di legname raccomandando, se necessario, anche un blocco del taglio boschi per un certo periodo o sostenere il deposito di legname irrorato per conservare la qualità del tondame, oppure favorire la vendita di legname tramite programmi d’impulso come ad esempio sgravi e regolamentazioni straordinarie per imposte e tasse.
O in aggiunta prevedere incentivi ad industrie produttrici di pellet (pellet a lunga conservazione/stoccaggio).
Anche la qualità del suolo, come elemento per la crescita delle piante e quindi come fattore di produzione, deve essere preservata durante tutti i lavori.
Come conseguenza allo schianto degli alberi e delle eccessive piogge si ha un aumento della sensibilità alla compattazione del suolo, una riduzione della quantità di ossigeno e quindi una minor capacità di radicamento delle nuove piantine.
I terreni quindi dovrebbero essere attraversati con macchinari soltanto quando sono ben asciutti, con una portanza sufficiente. I movimenti dei veicoli dovrebbero avvenire unicamente sui sentieri d’esbosco.
Oltre a tutto ciò, a seguito della perdita della copertura boschiva, l’erosione sui pendii aumenta considerevolmente.
Per la progettazione ed il ripristino dei luoghi ci si deve affidare alla professionalità dei dottori agronomi e dei dottori forestali, che sanno cogliere e valorizzare anche la funzione paesaggistica svolta dai nostri boschi, la ricostituzione degli stessi avverrà facendo attenzione a scegliere le specie idonee senza tralasciare le interconnessioni con la fauna, la microfauna e l’avifauna.
L’intero ecosistema è stato sstravolto ed è necessario che il professionista incaricato al recupero dei luoghi abbia conoscenze ampie e ben consolidate.
Professionisti coadiuvati anche dalla più recente tecnologia in grado di valutare velocemente i danni e comprendere le criticità specifiche dei luoghi.
Con la tecnologia dei droni, per esempio, è possibile rilevare con un'alta precisione mediante potenti telecamere o termocamere grandi superfici forestali, valutare la qualità del legname presente se spezzato, allettato, le caratteristiche del suolo, le ceppaie sradicate.
Con i lasescanner si possono rilevare, con altissima precisione, smottamenti e riportare in formato vettoriale dissesti che divengono cosi immediatamente quantificabili.
Emanuela Lombardi
Dottore Forestale
Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Brescia.