Nei guai in alta valle cacciatori vobarnesi e di Lumezzane
di red.

Fra le prede, cacciata contro le regole, anche una giovane femmina di capriolo



Nella giornata di mercoledì 7 novembre gli uomini del Nucleo Venatorio del distaccamento di polizia provinciale di Vestone, hanno concentrato la loro attenzione fra Treviso Bresciano e Capovalle.

Proprio in quest'ultima zona, in località Carzen, gli agenti hanno individuato due cacciatori intenti ad effettuare una battuta di caccia con cani segugi in una zona particolarmente vocata alla presenza di ungulati.
Nel tardo pomeriggio veniva udita una sola fucilata che dava sentore dell'abbattimanto di  un capo di capriolo o di cervo. Gli agenti decidevano quindi di procedere ad un appostamento di alcune ore sul  monte Carzen.

Individuato il casolare ove si trovavano i cacciatori ed atteso il momento della partenza verso valle con il favore del buio scattava il bliz degli agenti che fermavano due cinquantenni originari di Vobarno.
A bordo del fuoristrada vi era un grosso zaino dal quale spuntavano appena le zampette di un capriolo femmina di circa 3 anni abbattuta con uso illegale di munizione spezzata.

Accompagnati al distaccamento di Vestone
i due cacciatori sono stati identificati e denuciati a piede libero per l'atto di bracconaggio.
Le armi e le munizioni sono state sequestrate così come la carcassa di capriolo.

Si è conclusa così una lunga giornata di attività che aveva visto in mattinata il recupero e sequestro di 12 esemplari di richiami vivi vietati: lucherini, peppole, fringuelli e frosoni, detenuti illegalmente in una cascina di Treviso Bresciano ad opera di due cacciatori di Lumezzane.
I volatili sono poi stati avviati per la riabilitazione al volo al centro di recupero e soccorso di animali selvatici in Valpredina.

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