Riproduzioni in 3D al lapidario
di Federica Ciampone

Alla sezione epigrafica del Museo Archeologico valsabbino si sono aggiunte quattro copie di lapidi significative ottenute tramite la nuova tecnica digitale di elaborazione dei dati in 3D. Ieri sera l’intitolazione al dott. Achille Mora 


La Valle Sabbia, si sa, non è stata certo avara di reperti storici e archeologici di pregio da restituire ai posteri. Tra questi anche numerose epigrafi di età romana, alcune esposte nel Capitolium di Brescia e altre murate in chiese e abitazioni private della Valle, ma per la maggior parte esposte presso il Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo.

Per rendere più completo il quadro dei rinvenimenti epigrafici valsabbini alcune lapidi significative sono state riprodotte con la tecnica 3D scanning e printing ed esposte al Museo nella sezione epigrafica del lapidario, intitolato ieri sera al dott. Achille Mora, recentemente scomparso, alla presenza dei suoi familiari e della cittadinanza.
 
Tanti i ringraziamenti con cui il prof. Angelo D’Acunto, presidente della Fondazione “Piero Simoni”, ha introdotto la presentazione del progetto e la piccola cerimonia. Al maestro Piero Simoni, che alla sua veneranda età non ha voluto mancare; al Gruppo Grotte Gavardo e alla Cassa Rurale, che hanno contribuito con fondi propri al progetto; al direttore del Museo dott. Marco Baioni, alla responsabile del progetto scientifico dott.ssa Elisa Zentilini e ai Club Lions Brixia e Valle Sabbia.
 
Presenti anche il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Salò Alessandro Firinu, il dirigente del presidio ospedaliero Desenzano/Lonato Lucio Dalfini, il consigliere regionale Floriano Massardi e il vicepresidente della Fondazione Claudio Ferremi.
 
“Abbiamo optato per la nuova tecnica digitale di elaborazione dei dati in 3D – ha spiegato il dott. Baioni – poiché consente di riprodurre fedelmente il reperto senza contatto diretto, salvaguardandone così l’integrità. Inoltre, il nostro obiettivo principale è quello di far conoscere ai visitatori i documenti per il loro contenuto, per ciò che possono ancora oggi trasmettere”. 
 
Quattro le lapidi riprodotte, scelte in quanto preziose testimonianze della presenza romana in Valle Sabbia: “Dieupala/Minui” e “Iovi”, provenienti da Sabbio Chiese e ora esposte nella parete sud della cella centrale del Capitolium, la “Stele di Lucio Leuconio Cilone”, attualmente ai piedi del campanile della Parrocchiale di Vobarno e la “Stele di Atinio”, proveniente da Vobarno e ora murata nella parete est della cella centrale del Capitolium.
 
Dopo la presentazione del progetto è stato il momento della dedicazione del lapidario al dott. Achille Mora, nato nel 1934, figura poliedrica e di grande levatura morale. Per trent’anni internista nel reparto di Medicina dell’ospedale di Gavardo, fu direttore sanitario dell’Avis, responsabile sanitario della colonia Monte Magno e presidente del Gruppo Grotte Gavardo, contribuendo al benessere della comunità gavardese. “Se oggi il Museo si trova in questa bellissima sede quattrocentesca è merito del dott. Mora – ha spiegato il prof. D’Acunto. – Grazie al suo intervento è stato possibile, all’epoca, trovare i fondi per acquistare l’edificio dalla Parrocchia”.
 
Al momento di scoprire la targa la commozione tra i presenti era tangibile. A concludere la bella cerimonia un brindisi inaugurale.
 
Nelle foto:
- Elisa Zentilini, Angelo D’Acunto e Marco Baioni presentano il progetto di riproduzione in 3D delle lapidi del territorio 
- La dedicazione del lapidario al dott. Achille Mora alla presenza dei suoi familiari e di Piero Simoni
- La targa 
- La riproduzione della Stele di Atinio 
181108-epigrafi1.jpg 181108-epigrafi1.jpg 181108-epigrafi1.jpg 181108-epigrafi1.jpg