Le ferite bagosse
di val.

Dopo le paure vissute fra domenica e martedì, in attesa della prossima ondata di maltempo preannunciata dai meteorologi, la Valle Sabbia intera prova a tornare alla normalità. Più difficile a Bagolino


Le ferite sono ancora evidenti soprattutto nei boschi e percorrendo le numerose strade che li attraversano, dove la furia del vento ha sconquassato alberi secolari come fossero mazzi di Shangai.
E in mezzo a quei boschi, sotto quegli abeti, sono rimasti sepolti anche chilometri di cavi elettrici e telefonici.

Ieri a Bagolino a decine erano al lavoro: volontari, tecnici, operai comunali e della Provincia, col compito di riaprire strade e ripristinare l’energia elettrica.

Le squadre della Elettrolinee di Muscoline, dopo aver atteso invano di poterlo fare lunedì sera, alla riapertura della Provinciale, finalmente, sono riuscite a raggiungere il paese e a piazzare cinque gruppi elettrogeni a gasolio vicino ad altrettante cabine, per riportare una parvenza di normalità fra le vie del borgo, ma anche nelle contrade più isolate, dopo due giorni interi trascorsi senza energia.

E col ritorno di quella (l'energia) filtrano anche le drammatiche testimonianze di quanti, loro malgrado, si sono ritrovati a dover percorrere anche brevi tratti di strada sotto le intemperie e col rischio di rimanere sotto a un albero.

Dopo la grande paura, insomma, nonostante i disagi ancora da patire, quassù è vissuto con sollievo il riscontro che nessuno si sia fatto del male.

Al ristorante Cerreto, ma è solo un esempio, ci raccontano che hanno trascorso la notte fra lunedì e martedì sui divani, impossibilitati ad uscire e a percorrere anche solo a piedi poche decine di metri per tornare a casa, mentre attorno a loro si schiantava la foresta, volavano tegole e ondulati di zinco.

Ancora è da liberare la strada che da Cerreto porta alla frazione trentina di Riccomassimo: pochi chilometri letteralmente scomparsi sotto una coltre di piante.

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