Ex centrale idroelettrica, un luogo da preservare
di Federica Ciampone

L’incontro di ieri a Barghe – il primo di un percorso che mira a coinvolgere tutta la comunità – ha rappresentato una bella occasione per visitare l’edificio, ascoltare le testimonianze di enti e associazioni e avviare un primo confronto sugli sviluppi futuri. VIDEO



La giornata era fredda e piovosa, ma nel pomeriggio di ieri – sabato - sono accorsi ugualmente in tanti per partecipare al primo incontro del percorso partecipativo riguardante il riuso dell’ex centrale idroelettrica di Barghe.
 
Il grande edificio, situato in fondo alla via Ippolito Boschi, sarà infatti a breve restaurato e reso disponibile per attività di interesse collettivo che vadano a valorizzare un complesso architettonico storicamente importante per il paese dandogli nuove funzionalità, senza per questo cancellarne il passato. 
 
L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla partecipazione delle Comunità montane di Valle Sabbia e Valle Trompia, nell’ambito del programma AttivAree di Fondazione Cariplo, al bando riguardante la valorizzazione delle aree interne, nel quale i due enti si sono classificati congiuntamente al secondo posto in tutta la Lombardia.
 
“L’ex centrale idroelettrica è di proprietà della Comunità montana di Valle Sabbia, e quindi di tutti i valsabbini – ha detto introducendo l’incontro il presidente dell’ente Giovanmaria Flocchini – e la sua riqualificazione è inserita in un percorso che ragiona sulle circostanze di oggi, ma rivolge anche lo sguardo al futuro”. 
 
L’edificio è stato utilizzato come centrale idroelettrica fino agli anni ’70, quando quest’ultima è stata smantellata. Successivamente è stato adibito a struttura per disabili e poi tristemente abbandonato, con l’eccezione di parte dello stabile, recuperato negli ultimi anni dall’Avis zonale, che vi ha collocato l’Unità di Raccolta Sangue.
 
Ora che le risorse ci sono e l’opera è stata appaltata, con i lavori che inizieranno a breve, non resta che capire come impiegare nel modo migliore tutti gli spazi disponibili, e per farlo la Comunità montana valsabbina fa appello ai cittadini e alle associazioni affinché partecipino attivamente alla decisione, organizzando nei prossimi mesi ulteriori occasioni di confronto sul tema.
 
“Non vogliamo che sia una 'cattedrale nel deserto' – ha commentato il sindaco di Barghe Giambattista Guerra – ma una struttura di cui possano beneficiare tutti i valsabbini, anche al di fuori di Barghe, la cui comunità è molto affezionata a questo luogo storico”. 
 
All’incontro erano presenti diverse figure di spicco della comunità, che hanno parlato del passato e dei possibili sviluppi futuri dello stabile, il cui progetto di riqualificazione prevede il rifacimento degli spazi a piano terra e della torretta soprastante. 
 
Ad intervenire, in particolare, Alessandra Bruscolini del Consorzio Laghi, Annamaria Giori di Avis, Michela Valotti del Sistema Museale, Fabrizio Veronesi della Comunità Montana di Valle Trompia, Davide Baretto (progettista del restauro della Centrale, che ha condotto i presenti in un’interessante visita guidata), Nicola Maccioni della Cooperativa Area e Mattia Apostoli di Bbuono.it e William Donini del Caseificio Valsabbino. Ciascuno secondo la sua esperienza e il proprio punto di vista, i relatori hanno evidenziato gli aspetti più importanti dell’opera di recupero.
L’ultima parte del pomeriggio è stata dedicata a dare spazio alle idee dei presenti, che sono stati invitati a “spargere la voce”, affinché tutti abbiano modo di dire la loro su come dare nuova vita ad un luogo che per la Valle Sabbia è così speciale.

Nelle foto:
- Il pubblico intervenuto
- Giambattista Guerra e Giovanmaria Flocchini
- L'intervento del progettista Davide Baretto
- Il render relativo al progetto di riqualificazione della facciata esterna dello stabile

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