Morire avvelenati: non si può
di Corrado Morettini

Nel territorio bresciano si lotta tra la vita e la morte, ma pochi sembrano rendersi conto della gravità dell'epidemia di polmonite che ha colpito centinaia di residenti nell'ultimo mese


La vita e la morte si intrecciano anche nei campi dove l'uomo si avvelena spargendo fanghi tossici in modo illegale per colture energivore come ad esempio il “trinciato”, che è il “combustibile” per la produzione del biogas.

Non siamo più capaci di coltivare.

Lo spettro della morte lo incontri negli angoli bui delle campagne di Montichiari, Calcinato, Vighizzolo, dove ancora ci si chiede, a distanza di un anno, come mai tanti bambini un giorno anziché correre sui prati dell'asilo, sono finiti sui letti di un ospedale.

La provincia di Brescia detiene il triste primato delle discariche, una terra avvelenata da oltre quarant'anni, anche dalla mafia.
La stessa Provincia, intesa come ente, che ancora autorizza la discarica Castella 2 a Rezzato grida vergogna e vendetta.
Di questo abbiamo paura tutti. Di questa politica abbiamo paura tutti.

Ma non dobbiamo avere paura di gridare la nostra indignazione
, la nostra preoccupazione.

Non a caso, per fortuna, in questi ultimi anni sono nati molti comitati ambientalisti, e ne nasceranno ancora sempre di più, che raggruppano comunità che sono stufe ed esasperate di vivere violentate nell'aria che respirano e nell'acqua che bevono da attività produttive controproducenti per la salute pubblica e per l'ambiente.

A differenza di qualche anno fa, dove la tendenza era quella del “fatelo dove volete ma non a casa mia”, adesso si comincia a capire che ad esempio un centro commerciale costruito a 5 km da casa tua può stravolgere la vita della tua comunità.

Facevo l'esempio della monocoltura perchè essa è un meccanismo che provoca l'estinzione della biodiversità, delle specie arboree, e anche delle specie ittiche.
Una sorta di "globalizzazione" delle specie.

Faccio notare che è dal 2011 che nel Garda non ci sono più immissioni di anguille perchè diventerebbero troppo tossiche, e le poche rimaste si estingueranno.
Nel 1980 si pescavano 1400 q.li di Alborelle (aole) all'anno nel Lago di Garda. Oggi si arriva forse a 4 q.li. Un'ecatombe.

Queste acque che servono per noi cittadini, per l'agricoltura, per le centrali idroelettriche, per il turismo, di queste acque ormai non c'è ne più a sufficienza.

Questo suolo, il suo consumo per costruire strade, aprire nuove cave, nuove costruzioni, ha un effetto devastante per la pianura padana, per la sua rete idrica sotterranea, per le sue falde acquifere.

Questa aria sempre più inquinata, dal traffico, dalle fabbriche ,dagli inceneritori, dagli sversamenti di fanghi e letame sui campi agricoli.

Ecco che la voce dei cittadini diventa importante, non più spettatori passivi delle scelte politiche di fronte all'uso di denaro pubblico e di fronte al disinteresse generale delle autorità verso i problemi ambientali.

Questi comitati sono lo strumento di interdizione necessario di fronte alla pessima gestione politica delle risorse naturali.

Sono anche un modo per dire che
quando l'amministrazione pubblica parla di infrastrutture, di tav, di autostrade, di gallerie, di sfruttamenti idrici lacuali, deve anche avere un'idea di come pensa di sviluppare l'economia del futuro, che modello di sviluppo delle attività commerciali vuole raggiungere; deve dire se queste sono connesse al modo in cui noi cittadini vogliamo vivere, se sono connesse ad un recupero del benessere dell'ambiente sempre più devastato.

Bisogna cambiare questo sistema di approccio
alle opere pubbliche dove dietro di esse c'è la pressione del costruttore, della società di consulenza, di progettazione, di un mondo economico che vive sull'attività di sfruttamento delle risorse naturali.

Questo contrasto che noi cittadini facciamo attraverso i comitati è importantissimo, ma lo dobbiamo fare con attenzione perché stiamo ragionando in controtendenza, contro la semplificazione, contro la soluzione immediata.

Non c'è una soluzione immediata a questi problemi ambientali, c'è la necessità di valutarli, affrontarli con un supporto popolare, anche legale.

Abbiamo bisogno di avanzare proposte, di indicare soluzioni, di premere l'amministrazione pubblica affinché diventi più responsabile.

Non abbiamo bisogno di trovare un capro espiatorio di fronte ad un danno ambientale così grande come quello che sta accadendo lungo il fiume Chiese. Abbiamo bisogno di comportamenti responsabili in cui la politica on deve più giocarci.

Non accettiamo più di vedere ed ascoltare un presidente di Provincia che la prima cosa che fa vi da ragione, salvo poi, continuare ad autorizzare escavazioni, discariche, continuare a far finta di non vedere quei trattori che buttano i fanghi che sono sempre gli stessi e continuano la loro attività indisturbati.

Siamo dentro un circolo vizioso estremamente negativo e abbiamo bisogno di risposte trasparenti e soluzioni accettabili, dalle forze politiche.

Ad esempio in Francia, in Germania, ci sono autorità di bacino che gestiscono l'acqua dall'inizio alla fine.In Italia questo non succede.
In Olanda ci sono grandi opere pubbliche da fare ma non partono perchè ancora non si è valutato il loro impatto ambientale.

Qui in Italia invece la facile risorsa politica è fare un centro commerciale, come sta succedendo tra Bergamo e Brescia, il quarto, mentre negli Stati Uniti il 25% dei centri commerciali sta chiudendo, loro sono già alle commerce.
Noi invece no, continuiamo a far girare camion su camion e polveri sottili alle stelle.

In Italia la grande opera è fare una nuova autostrada, perché qualcuno ci vuole convincere che lo sviluppo passa di lì, ci dicono che la BreBeMi è importante perché noi diventeremo il corridoio dei TIR, il corridoio di emissioni in atmosfera di pm10 e CO2 e questo è il nostro sviluppo progettato.

E' ormai un mese che è scoppiata l'epidemia di polmonite nel bresciano, continuano ad aumentare i ricoveri, ma passati i primi giorni di interesse mediatico, ora ascolti le tv locali, oppure leggi i quotidiani locali e hai la sensazione che la cosa è diventata una normalità.

Ma come facciamo a pensare che sia normale tutto questo!?
Dobbiamo pensare che anche i media stanno dalla parte di chi gioca sporco?

Non è possibile accettare di ammalarsi, avvelenarsi e non sapere di che cosa, un epidemia di cui non si è ancora trovata una causa certa. E sulle tv locali si da spazio invece a cosa ne pensa la gente dell'inizio dei saldi e come vive la giornata nei centri commerciali.

Anche di questo dobbiamo avere paura. Della disinformazione programmata.

Abbiamo un'emergenza grave nel territorio bresciano, la gente si ammala e muore, e dall'altra parte c'è un mondo economico che deve andare avanti, produrre, senza fermarsi, calpestando alcuni principi basilari della vita sociale come la salute e la sicurezza .

Si vogliono espropriare prepotentemente terreni per la TAV, terreni dove se ciò avverrà le falde acquifere corrono il rischio di subire mutamenti non ancora studiati e che possono cambiare per sempre abitudini dei residenti e morfologia del territorio così come lo abbiamo sempre conosciuto.

Come possiamo accettare un progetto come la TAV, vecchio di 15 anni, programmato per un flusso di treni merci che non passeranno mai.
Un po' come il progetto del mega collettore del Garda dove Garda Uno ci dice che se oggi siamo in 110000 abitanti serviti, se il potenziale depuratore di Peschiera oggi sostiene un servizio di 225000 abitanti, nel 2030, cioè fra solo 12 anni, ci dice che saremo intorno al Garda in ben 670000 abitanti!, non vi sembra un po' gonfiato? un pochino solo eh....

Tornando alla TAV, il volume di merci che viaggiano su ferrovia sono calate di molto, tanto che la Francia si è detta già disposta a congelare il progetto perchè non ci sono più aspettative di profitto.
A cosa serve la TAV?, per arrivare 15 minuti prima a Venezia? E chi potrà permettersela? Il 10% dei viaggiatori, non sarà di certo accessibile, anche come fermate, a studenti e pendolari.

Ma di quali progetti si sta parlando? Di progetti inutili, dannosi, finanziati con i nostri soldi.
Meglio sistemare e potenziare la rete ferroviaria esistente, che è più che sufficiente!

Abbiamo davanti uno scoglio enorme,
un grande iceberg, perché ancora tante sono le cose nascoste ai nostri occhi, quello di costringere la politica ad affrontare le questioni ambientali non più come una cosa di scarsa rilevanza.
Tutti quelli che si mettono a sorridere quando gli si dice che c'è un problema di cambiamento climatico, devono scomparire! Questo mutamento climatico c'è, e lo si percepisce tutti i giorni.

Questo fiume Chiese, ma anche il fiume Mella, come il lago di Garda, di Iseo, d'Idro, stanno diventando delle fogne e noi non dobbiamo e non vogliamo morire avvelenati ed asfissiati.

Non dobbiamo avere paura di gridare la nostra indignazione, perché se stiamo zitti moriamo ogni giorno, poco per volta, ogni volta che abbassiamo la testa.

Corrado Morettini

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